Martedì 5 Novembre 2024

Orgogliosa di essere Mina

Serena Rossi questa sera su Rai Uno. L’assistente sociale del Rione Sanità. è protagonista in tv per la gioia dei fan

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La telefonata con Serena Rossi avviene mentre, da brava massaia, pulisce i fagiolini da servire a pranzo, e una scampanellata del corriere la costringe a ritirare dall’ascensore il pacco con la nuova sacca da golf del marito, Davide Devenuto. Stasera è di nuovo su Rai Uno (il debutto della seconda serie domenica scorsa ha fatto oltre il 28% di share, con 5 milioni e mezzo di spettatori) con ’Mina Settembre’, l’assistente sociale del Rione Sanità inventata da Maurizio De Giovanni, ora alle prese con un fratellastro nuovo di zecca, un’amica che è stata l’amante del padre, un ex marito con cui riscoppia il feeling e il suo rivale in amore che le gira sempre intorno anche se non lavora più al consultorio ma in una clinica.

La prima serie si è conclusa con un’ambientazione da inizio estate, ora si è ricominciato dalle prime ombre d’autunno. Una stagione che sull’animo di Mina che strascichi ha lasciato?

"É una Mina cresciuta nonostante il breve lasso di tempo intercorso, che mette in stand by i nodi irrisolti della sua esistenza dedicandosi al fratellastro Gianluca. Ma poi dovrà tornare a Napoli e si affiderà a una terapista per uscire dal vicolo cieco in cui l’ha condotta l’esistenza. Quindi se prima tendeva a scappare, adesso decide di affrontare di petto la situazione".

Oltre all’origine partenopea che cosa l’accomuna a Mina?

"Viene riconosciuta anche a me una certa empatia, credo nell’amicizia, però mi fa venire i nervi quando sa di aver sbagliato ma pretende di aver ragione".

Essere vicina al personaggio che interpreta aiuta nella recitazione?

"É molto più divertente dare vita a personaggi distanti, vedi Mia Martini che è quanto di più lontano da me possa esistere".

In ’Mina’ ha accanto dei mostri sacri come Marina Confalone e Marisa Laurito. Com’è stato condividere un set con loro?

"Il mio approccio verso gli attori senior è di rispetto ma non di sottomissione. Quando giro con loro li osservo molto per imparare quello che posso. Se, come in questo caso, Marisa-zia Rosa è un new entry mi comporto da capobranco e l’ho accolta per farla sentire subito a suo agio".

Conosceva De Giovanni come scrittore prima di diventare la sua Mina?

"L’ho conosciuto tramite la serie “I bastardi di Pizzofalcone“, quindi è stata la tv ad avvicinarmi ai suoi libri, che ho amato e amo follemente. A volte succede che mi chiedano gli autografi sui libri di Mina: mi sento davvero onorata di rappresentare il personaggio uscito dalla sua penna anche se non interpreto esattamente la Mina che lui aveva immaginato. Amo molto anche i romanzi storici in costume e la scrittura al femminile".

Essere stata madrina alla Mostra del Cinema di Venezia lo scorso anno che sentimenti le ha prodotto?

"Ho preso l’impegno con molta serietà e grande senso di responsabilità sapendo che avrei vissuto comunque 12 giorni di follia totale, in un vortice infinito di relazioni e presenze di rappresentanza che non mi sarebbero mai più capitate".

Ma per un attore solo il cinema per il cinema è veramente gratificante?

"Le cose stanno cambiando ed è difficile immaginare una produzione solo per la sala. Il vantaggio dei tanti canali di diffusione è che tantissimi possono esprimersi, ci sono tanti più progetti da vagliare. Certo, il fascino del grande schermo è unico e magico, dà vita a un rito collettivo di scambio di emozioni con una paltea di sconosciuti, però ora hanno assunto grandissima dignità anche le serie tv".

Vivere con un attore è un vantaggio o un handicap?

"In realtà in casa parliamo pochissimo di lavoro. Ci limitiamo a studiare insieme per i provini, ma non ci gonfiamo l’ego a vicenda".

Da Davide sei anni fa ha avuto Diego. Che mamma è?

"Oddio, mi definirei innamoratissima, entusiata, gioiosa, attenta, ma a volte beccacciona. Per esempio quando ha finto così bene il torcicollo da averlo portato da uno specialista quando invece era solo una scusa per non andare a scuola".

A proposito di maternità, anche ’Beata te’ girato per Sky tratta questo delicato tema...

"Ma lo fa in modo esilarante, con tono da commedia anche se affronta il tema dell’autodeterminazione femminile circa la procreazione. Direi che il messaggio che manda è che ognuno può essere felice a modo suo".