Roma, 27 aprile 2024 – Orca orfana di mamma sfrutta l’alta marea e torna libera nell’oceano, riuscendo a a superare la barriera di sabbia dov’era morta la madre, incinta. Così la cucciola è tornata libera, dopo essere rimasta intrappolata per settimane in una laguna dell’isola di Vancouver, in Canada.
Ehattesaht First Nation, la tribù locale che ne ha dato notizia, ha seguito fin dall’inizio la storia di Brave Little Hunter, piccolo cacciatore coraggioso come l’animale è stato subito ribattezzato. Poi finalmente il lieto fine.
Il post di Ehattesaht First Nation
La cucciola di orca torna libera in mare
La tribù aveva provato di tutto, cibo ma anche registrazioni del suono che emettono le orche – straordinarie comunicatrici – e musica di violini. Poi, alle 2:30 del mattino, ora locale, di venerdi, l’orca è riuscita a oltrepassare la barriera sabbiosa su cui era morta la madre, a nuotare sotto il ponte, lungo l’insenatura di Little Espinosa e fino quella di Esperanza.
La storia di Brave Little Hunter
La piccola cacciatrice coraggiosa ha sfruttato l’alta marea. Era stata invece la bassa marea, il 23 marzo, a condannare a morte la madre. Ma ora cosa potrà accaderle? Sarà in grado di affrontare i pericoli dell’Oceano e di ricongiungersi al suo branco? Gli studiosi osservano che la cucciola di orca, due anni, potrebbe ancora dipendere dalla mamma, che purtroppo non ha più. Ma ha dimostrato davvero un grande coraggio, e questo induce a sperare.
“Le orche sono animali intelligentissimi”
Isabella Pratesi, responsabile del programma conservazione del WWF Italia, ha osservato più volte le orche in diretta, ad esempio in Norvegia. “Sono fra gli animali più intelligenti del mondo – rimarca -. Hanno una sociali8zzazione sviluppatissima e relazioni di ‘sorellanza’ uniche al mondo. Comunicano con i suoni, anche a distanza di chilometri. Anche su questo, abbiamo ancora davvero molto da imparare”.
Le orche e gli attacchi alle navi
Da anni, ad esempio al largo di Gibilterra, le orche ‘attaccano’ le imbarcazioni, mostrando una particolare predilezione per i timoni. Un fenomeno molto studiato dagli esperti, anche ancora non sono arrivati a conclusioni univoche. “Potrebbe essere una forma di fastidio per il gran traffico di imbarcazioni – ipotizza Pratesi -. Anche perché le orche sono minacciate anche dallo ‘svuotamento’ dei mari, dovuto alla pesca intensiva. Vale ad esempio per le orche che mangiano le aringhe e risentono quindi di questa competizione con l’uomo”.