Roma, 24 ottobre 2020 - La notte fra sabato 24 e domenica 25 ottobre passeremo dall'ora legale a quella solare, spostando le lancette dell'orologio indietro di un'ora (dalle 3:00 alle 2:00). Dormiremo un'ora in più, che non fa mai male, ma sul medio e lungo periodo ci sono effetti negativi sulla salute? E se sì, quali?
Ora solare, ci sono effetti sulla salute?
Nel corso dei decenni la ricerca medica ha condotto numerosi studi allo scopo di comprendere se il cambiamento dell'ora ha o meno delle conseguenze sulla nostra salute psicofisica. Il denominatore comune di molte indagini sono stati i cosiddetti ritmi circadiani. Parliamo dei fenomeni biologici che scandiscono alcune attività fisiologiche del nostro organismo (ad esempio i cicli sonno/veglia e la produzione di ormoni) e che durano approssimativamente 24 ore. I ritmi circadiani si regolano naturalmente con alcuni segnali provenienti dall'ambiente esterno, in particolare la luce percepita dalla retina durante l'alba e il tramonto. Nel corso dell'anno, il sole sorge e tramonta in momenti differenti e il nostro organismo tende ad assecondare questi piccoli cambiamenti. E qui subentra la questione del passaggio all'ora legale, o a quella solare: una consuetudine imposta per legge che impone un improvviso disallineamento tra orologio biologico e orologio ambientale, dando un brusco scossone ai ritmi circadiani.
Le conseguenze principali
La domanda che i ricercatori si sono posti è se questo scossone ha effetti negativi evidenti oppure se viene riassorbito in tempi piuttosto brevi, producendo al massimo lievi disturbi, che magari in alcuni soggetti possono essere più forti, ad esempio negli anziani, ma che nel complesso non generano motivi di preoccupazione. Allo stato attuale della ricerca, non è possibile affermare in maniera netta che il passaggio dall'ora legale a quella solare produce un danno significativo. Restano però conseguenze più o meno fastidiose. Ad esempio, sono stati rilevati cambiamenti nella durata del sonno e nella latenza di addormentamento, cioè nel periodo che intercorre tra il momento nel quale ci sdraiamo e chiudiamo gli occhi a quello in cui ci addormentiamo. Alcune persone potrebbero sperimentare una frammentazione del sonno, e quelle più mattiniere una maggiore difficoltà ad addormentarsi. Fenomeni che producono una minore qualità del riposo e dunque possono portare a una riduzione di produttività e concentrazione (connessa quest'ultima a eventuali incidenti automobilistici o sui luoghi di lavoro). Alcuni studi hanno inoltre evidenziato un collegamento con l'umore: la transizione autunnale porterebbe a un generale miglioramento, mentre quella primaverile avrebbe conseguenze opposte. In linea di massima, comunque, gli effetti del passaggio all'ora solare variano da soggetto a soggetto: esattamente come accade quando sperimentiamo l'effetto jet lag, quando cioè cambiamo rapidamente fuso orario in seguito a un viaggio in aereo, la capacità di recupero è molto soggettiva. Anche coloro che hanno bisogno di più tempo, però, non devono preoccuparsi: la scienza medica non ha rilevato conseguenze negative significativamente.