Roma, 31 marzo 2019 - Nella notte tra sabato 30 e domenica 31 marzo 2019 si è tornati all'ora legale. Tutti (o quasi) hanno spostato le lancette avanti di un'ora, dalle 02:00 si è passati direttamente alle 03:00. Cosa vuol dire questo? Che abbiamo dormito un'ora in meno, ma anche che le giornate iniziano ad allungarsi e che l'estate si fa sempre più vicina.
COME AFFRONTARE L'ORA DI SONNO IN MENO - Se vi siete svegliati scombussolati, sappiate che è colpa dell'ora in meno di sonno. La sensazione è quella di un mini jet-lag, ma nessun allarmismo. I rimedi ci sono. Come consiglia Carla Lertola, medico pratico e specialista in Scienze dell'alimentazione, la sera di sabato 30 marzo meglio evitare di mangiare tanto e pesante. Una cena leggera favorisce il sonno. Poi la mattina o nel pomeriggio approfittatene per fare un po' di sana e corretta attività fisica. Sarete inevitabilmente stanchi e la sera andrete a letto molto volentieri. Appena vi sarete coricati, spegnete smartphone, cellulari, tablet, computer e quant'altro. La luce dei dispositivi rende difficoltoso addormentarsi. Quindi, almeno per una sera, niente serie televisive a letto, provate a leggere quel libro che da tanto volevate iniziare ma che è sempre rimasto sul comodino a prendere polvere.
ORA LEGALE, VERRA' ABOLITA? - L'abolizione del cambio ora legale ora solare è una questione che in questi giorni sta tenendo impegnata l'Unione europea. Lo scorso 26 marzo, infatti, il Parlamento europeo ha approvato la risoluzione legislativa per mettere fine una volta per tutte al famigerato cambio. Quando? Nel 2021. Nel testo votato dall'Europarlamento si legge che saranno i Paesi dell'Ue a decidere quale dei due orari tenere. Chi vorrà l'ora legale, sposterà per l'ultima volta le lancette dell'orologio l'ultima domenica di marzo 2021, mentre quelli che preferiranno mantenere l'ora solare, effettueranno il cambio definitivo l'ultima domenica di ottobre 2021. Tutto a condizione che i Paesi Ue e la Commissione coordinino le loro decisioni in modo da non perturbare il mercato interno. Nella risoluzione, infatti, si legge che la Commissione europea può presentare una proposta legislativa per rinviare la data di applicazione della direttiva fino a un massimo di 12 mesi se ritiene che le disposizioni previste pregiudichino in modo significativo e permanente il funzionamento del mercato interno.