Torna l'ora legale in Italia. Nella notte tra sabato 25 e domenica 26 marzo 2023, le lancette dell'orologio dovranno essere spostate un’ora in avanti. Precisamente, il passaggio dall’ora solare, in vigore dal 30 ottobre 2022, all’ora legale avverrà alle 2 di notte di domenica 26 marzo. Dormiremo un’ora di meno, ma fino al 29 ottobre 2023 avremo un’ora di luce naturale in più. Senza contare che successivamente tutte le giornate che seguiranno ci sembreranno molto più lunghe. Viene definita ora legale perché è prevista dalla legge. A fine ottobre, invece, tornerà l’ora solare, che consentirà di avere un po’ più di luce al mattino. A differenza dell’ora legale, l’ora solare è stabilità dal movimento apparente del Sole nel cielo. Per il passaggio all’ora legale e a quella solare, rispettivamente a marzo e a ottobre, per far scattare il cambio dell’ora si è scelto come giorno la domenica: in questo modo le persone possono abituarsi più gradatamente alla variazione, avendo ventiquattr’ore a disposizione per adattarsi ed evitando di presentarsi troppo tardi o troppo presto a scuola o al lavoro.
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Ora legale: vantaggi e svantaggi
Con il passaggio all’ora legale, avere a disposizione più ore di luce influenza positivamente il nostro organismo. Grazie anche al fatto che il passaggio all’ora legale coincide con l'arrivo della primavera e il risveglio della natura, ci sentiamo più vitali e di buon umore. A livello scientifico, sappiamo che la luce stimola la produzione della preziosa vitamina D, che rafforza il sistema immunitario. C’è però anche qualche svantaggio legato all’ora legale. Può verificarsi un meccanismo simile al jet lag, ossia alla sindrome da fuso orario. Cosa vuol dire? Passando all’ora legale viene a mancare la sincronia tra l’orologio biologico dell’organismo e il ciclo “sonno-veglia” e “giorno-notte” su cui è regolato. Può dunque succedere, dunque, che alcune funzioni del corpo non si adattino subito al cambiamento e al passaggio all’ora legale e si manifestino alcuni disagi psico-fisici, di diversa natura e varia entità. Oltre a dormire meno o in modo disturbato e irregolare, per esempio, ci si può sentire poco tonici e notare una perdita di concentrazione e di produttività nello studio e nel lavoro, com’è stato dimostrato da alcune ricerche scientifiche. Altri studi hanno evidenziato un calo dell’umore, fino ad arrivare, nei casi più gravi, a vere e proprie forme di depressione. Ci sono infine indagini scientifiche da cui risulta che, con l’ora legale, aumentano gli attacchi di cuore, gli ictus e gli incidenti automobilistici mortali.
Da quando c’è l’ora legale?
L’ora legale è stata introdotta in Italia a livello normativo nel 1966 (con una breve parentesi nel 1916, durante la Prima Guerra Mondiale, per esigenze legate al conflitto). La ragione principale che ha dettato questo cambiamento è legata al risparmio sui costi energetici e alla tutela dell’ambiente. L’ora legale, infatti, è stata istituita per risparmiare sulle bollette dell’energia elettrica e tutelare l’ambiente, una misura ancora più importante oggi con il rincaro alle stelle delle materie prime e i problemi del carovita. Secondo le stime dell’associazione Altroconsumo, tra il 2004 ed il 2021, grazie all'ora legale, nel nostro Paese si sono risparmiati quasi 10,5 miliardi di KWh, pari a 1,8 miliardi di euro spesi in meno dai cittadini per le forniture energetiche. Molti attribuiscono l’introduzione dell’ora legale all’inventore americano Benjamin Franklin, che notò che, svegliandosi con il sole già alto, si potevano risparmiare candele e olio per le lampade. Ma a proporre di cambiare l’ora per godere di più luce naturale – a lui serviva per studiare gli insetti – fu nel 1895 l’astronomo ed entomologo neozelandese George Hudson. Nel 2001 l'Unione Europea ha deciso che in ciascun Stato membro il periodo dell'ora legale abbia inizio alle ore 1.00 del mattino (meridiano di Greenwich) dell'ultima domenica di marzo e finisca alle ore 1.00 del mattino, sempre Greenwich, dell’ultima domenica di ottobre. In Italia siamo un’ora avanti rispetto a Greenwich. Come abbiamo già visto, da noi passare all’ora legale significa concretamente regolare l'orologio alle 2 del mattino, portando le lancette a indicare le 3.
Chi e perché vuole abolire l’ora legale?
Tra luglio e agosto 2018 la Commissione Europea ha indetto un sondaggio chiedendo ai cittadini dell’Unione se volessero o meno mantenere l'ora legale. Risposero 4,6 milioni di persone. Un record. L'84% di esse chiedeva che il cambio dell'ora venisse abolito, mantenendo solo l'orario naturale (quindi l'ora solare). A volerlo sono soprattutto i cittadini dei Paesi dell’Europa del Sud, Italia inclusa, per beneficiare dell’allungamento delle giornate dovuto all’ora legale. Nei Paesi del Nord Europa, invece, non viene percepito alcun beneficio, anzi, c’è chi sostiene che l’ora legale serva solo a far diminuire le ore di sonno. Il 26 marzo 2019 il Parlamento Europeo ha deciso che il cambio dell'ora sarebbe stato abolito dopo il 2021, in modo tale che, a partire dal 2022, ogni singolo Paese potesse decidere autonomamente se mantenere tutto l'anno l’ora legale o quella solare. Il fatto è che nel 2020, con lo scoppio della pandemia, sono state considerate prioritarie altre questioni. Inoltre i forti rincari dell’energia elettrica del 2022 spingono Paesi come l’Italia a rimandare l’abolizione dell’ora legale per poter usufruire di più ore di luce e tagliare i costi in bolletta.
Cosa succede se rimane solo l’ora legale
La Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima) è promotrice, assieme a Consumerismo No Profit, di una petizione online per mantenere l’ora legale tutto l’anno. Secondo le stime diffuse da Sima nell’autunno 2022, adottare permanentemente l’ora legale comporterebbe nel nostro Paese risparmi diretti in bolletta per 382 milioni di euro, grazie a minori consumi di energia per circa 720 milioni di kwh. Un risparmio che diventerebbe più consistente se le tariffe elettriche dovessero subire rialzi nel corso dell’anno. Dal 2004 al 2022 il minor consumo di energia elettrica per l’Italia dovuto all’ora legale è stato complessivamente di circa 10,9 miliardi di kWh e ha comportato, in termini economici, un risparmio per i cittadini di circa 2 miliardi di euro. Ma non solo. Come ha spiegato il presidente della società, Alessandro Miani, a ciò andrebbe ad aggiungersi un forte taglio alle emissioni dannose per l’ambiente pari a 200.000 tonnellate di CO2 in meno, equivalenti all’anidride carbonica assorbita piantando dai 2 ai 6 milioni di nuovi alberi. A beneficiarne sarebbero sia gli esseri umani sia il pianeta intero.