Domenica 16 Marzo 2025
ALBERTO MATTIOLI
Magazine

Onassis, il mistero più ricco del mondo

Cinquant’anni fa moriva l’uomo di cui tutti hanno sentito parlare, di cui si conoscono imprese e patrimoni. Ma che resta un enigma

Aristotele Onassis (1906 - 1975) con Maria Callas (1923 - 1977) a Montecarlo il 31 dicembre 1960 (Archivio Publifoto Intesa Sanpaolo)

Aristotele Onassis (1906 - 1975) con Maria Callas (1923 - 1977) a Montecarlo il 31 dicembre 1960 (Archivio Publifoto Intesa Sanpaolo)

Saranno cinquant’anni oggi: 15 marzo 1975, all’ospedale americano di Neuilly-sur-Seine, banlieue ma molto chic di Parigi, muore Aristotele Onassis. È uno di quei personaggi di cui tutti hanno sentito parlare e di cui tuttavia non si è mai saputo né si saprà mai tutto. Winston Churchill, che lo frequentava e forse ne era perfino amico, usava per lui la stessa espressione che aveva coniato per la Russia: un enigma avvolto in un mistero. Dietro la straordinaria ascesa del self-made-man greco, le storie d’amore, le battaglie finanziarie, le tragedie familiari, resta il mistero sull’uomo.

Di certo si sa che nasce nel 1906 in un’agiata famiglia greca a Smirne, sulla costa egea della Turchia, all’epoca multietnica e multiculturale. La convivenza finisce nel ’22, quando la Grecia perde la guerra con la Turchia kemalista e a Smirne è pulizia etnica: gli Onassis perdono tutto, molti anche la vita. Aristotele si salva per miracolo e nel ‘23 approda a Buenos Aires. Ha in tasca 60 dollari in tutto e parla cinque lingue. Il primo lavoro è come telefonista: le malelingue dicono che ascoltasse le conversazioni degli uomini d’affari. Sta di fatto che due anni dopo i 60 dollari sono diventati 100mila: li ha moltiplicati con il commercio del tabacco, in un’epoca in cui per le donne non è più disdicevole fumare in pubblico e quindi la domanda cresce. Ma, da buon greco, il richiamo del mare è irresistibile: Onassis si definirà sempre un armatore. I primi cargo li compra nel ’32: sono quelli di una compagnia canadese travolta dalla grande crisi del Ventinove. Onassis capisce che il mondo industrializzato naviga su un mare di petrolio e decide che saranno le sue navi a trasportarlo, battendo bandiera panamense. I profitti sono enormi; diventano colossali durante la Seconda guerra mondiale, quando Onassis, facendosi pagare profumatamente, naviga per lo zio Sam (che poi gli presenterà il conto nel ’54, con un’accusa di frode da parte dell’Fbi. Risultato: sette milioni di dollari di multa). Ma ormai Aristotele non è più ricco: è straricco.

Ha conti in 217 banche sparse in tutto il mondo e scorrazza per l’Egeo sul suo Christina, un panfilo di 99 metri dove ospita i nomi più illustri del jet set. Compra un’intera isola greca, Skorpios, brulla e senz’acqua, e la trasforma in un giardino incantato. Si incapriccia di Montecarlo, rastrella le azioni della Société des Bains de Mer e insomma ne sta diventando il padrone quando Ranieri reagisce e nel ’67, con la sentenza di una corte monegasca, lo obbliga a vendere (per inciso, pare che Grace lo trovasse particolarmente sgradevole; del resto, la candidata di Onassis alla mano del principe non era lei, ma Marilyn. Fu lui a spiegarle cos’era e dov’era il Principato). Intanto Onassis ha fondato anche una compagnia aerea, la Olympic Airways e l’ha portata, naturalmente, al successo.

Poi ci sono le donne, molte. Il primo matrimonio è d’interesse: lei è Athina Livanos, figlia di un armatore, e ha 17 anni. Gli dà i due figli, Alexander e Christina, e divorziano. Poi arriva Maria Callas, galeotta una colazione sulla spiaggia del Lido di Venezia organizzata dalla pettegola di Hollywood, Elsa Maxwell, e dalla contessa Castelbarco, nipote di Toscanini. Sono i due greci più famosi del mondo, lei è stufa del marito devoto ma modesto, lui affascinante. La passione scoppia durante una famigerata crociera sul Christina, ovviamente in Grecia. Maria divorzia ma Onassis non la sposa e, in generale, le distrugge la vita dopo che la carriera era già compromessa dal declino vocale. Maria scoprirà dai giornali che "Ari" si è sposato con un’altra. La preda è prestigiosa: Jacqueline Bouvier Kennedy, vedova del presidente Usa assassinato a Dallas (ma pare che il vero amore di Onassis fosse la sorella di lei, Caroline Lee sposata Radziwill). Il matrimonio è regolato da un ferreo contratto e non è felice: i due non divorziano ma fanno vite separate. A trovare Ari sul letto di morte andrà Maria, dopo avergli fatto recapitare un plaid di Hermès. La vera causa della morte è quella del figlio Alex nel ’73, per un incidente di volo: quella clinica, una miastenia. Alla morte, il patrimonio di Onassis è valutato mille milioni di dollari; oggi, sarebbero più di quattro miliardi. Nessuno sa se sia stato anche un uomo felice.