Domenica 12 Gennaio 2025
EVA DESIDERIO
Magazine

Oliviero Toscani, sempre dalla parte dei più deboli, degli indifesi e dei malati

Ironia e spirito di denuncia civile non lo hanno mai abbandonato. Ora ad aspettarlo nel ‘suo’ paradiso tutti i bambini che ha fotografato. Il 28 febbraio prossimo avrebbe compiuto 83 anni: lo festeggerà guardando qualche nuvola colorata

Roma, 13 gennaio 2025 – Adesso ad aspettarlo nel “suo” paradiso ci saranno tutti i bambini che ha fotografato. Lo accoglieranno nel loro girotondo felice e gli salteranno addosso per abbracciarlo. Tutti coloratissimi perché hanno facce e sorrisi di tutti i colori. Quelli del mondo che lo ha visto fin da giovanissimo testimone della vita. Quella vera, quella della gente vera. Mai un volto famoso, tantomeno una supermodel negli scatti di Oliviero Toscani, per tutti gli amici solo Oliviero e solo lui così speciale, a volte ruvido, imprevedibile anche nell’amicizia, umorale perché sempre concentrato su un nuovo progetto, affettuosissimo a modo suo e per questo stampato nel cuore di chi lo ha incontrato, di ha lavorato con lui, di chi si è sentito scoppiare in petto ammirazione e sorpresa per quelle sue foto di spietata denuncia dei mali della vita.

Morto Toscani, gli scatti celebri SPECIALE
Una celebre immagine della campagna di Oliviero Toscani per Benetton, per la collezione autunno-inverno 2018 (Ansa)

Ora Oliviero Toscani è finalmente tornato libero, dopo due anni di atroce malattia che hanno spiazzato il mondo abituato a vederlo sempre come un vincitore di battaglie, spesso impossibili, sempre dalla parte dei più deboli, degli indifesi, dei malati, dei reietti, con nessuna voglia di sentirsi compiaciuto, ammirato, vezzeggiato, solo uno dei tanti in lotta per la libertà e la dignità delle persone.

Simpatico, sempre dissacrante anche nei momenti stellari della fama mondiale, bello coi suoi occhiali colorati, i capelli arruffati, l’abbigliamento da buttero amante delle sue terre a Casale Marittimo dove ha vissuto anni spensierati con l’amata compagna Kirsti Moseng, ungherese, e i tre figli avuti con lei Olivia, Rocco e Lola che lo hanno accompagnato fino all’ultimo respiro nell’ospedale di Cecina, non in una superclinica svizzera di lusso perché a lui neanche quel mondo interessava. Uomo del popolo fino alla fine, con quella tradizione che gli deriva dall’aver tanto militato nel Partito Radicale di Marco Pannella, la sua vera palestra di ideologia.

Morto Toscani, gli scatti celebri SPECIALE
Oliviero Toscani ripreso accanto ad un poster realizzato per una campagna sulla sicurezza stradale e sull'uso del casco realizzata per la Regione Emilia-Romagna (Ansa)

“Io non ho paura di morire. Basta che non faccia male” aveva detto nella famosa intervista di agosto scorso al “Corriere” in cui aveva deposto le armi, scansato lo scudo che lo rendeva talvolta esageratamente schivo, e detto al mondo che Oliviero, ormai, aveva poco da vivere sotto il sole della sua Maremma perché quell’assassina dell’amiloidosi lo aveva acchiappato e fatto prigioniero. Non domo e le sue foto rivoluzionarie, di denuncia, di tenerezza e di verità adesso hanno vinto su tutto. Simpatico, sempre dissacrante, si divertiva a spiazzarti e se ti stimava e ti voleva bene te lo diceva con quegli occhi sempre spalancati sul mondo, specie quello dei perseguitati. Ironia e spirito di denuncia civile non lo hanno mai abbandonato anche negli ultimi anni nei quali pensava più i cavalli, all’olio e al vino che produceva, che alle sue foto straordinarie che restano un caposaldo della cultura mondiale.

Figlio di un fotoreporter del Corriere della Sera, Fedele Toscani e della mamma Dolores, è cresciuto a pane e fotografia (quasi sempre di cronaca altissima) a Milano e a 14 anni pubblica la prima foto, il volto doloroso di Rachele Mussolini al cimitero di Predappio per la tumulazione del Duce. La sua prima faccia, già allora il manifesto di una esistenza. Poi negli anni della gloria del Made in Italy si avvicina alla moda e alla pubblicità subito dissacrando quell’universo anche di futilità. Scatta per Vogue Italia e per Harper’s Bazaar, diventa amico di fotoartisti celeberrimi, immortala Andy Warhol, ma non perde la strada della gente comune.

Il 28 febbraio prossimo avrebbe compiuto 83 anni. Ora lo festeggerà guardando qualche nuvola colorata. L’incontro fatale è quello con la famiglia Benetton, con Luciano in particolare, che lo chiama per raccontare al mondo la sua filosofia per una moda democratica, accessibile a tutti e specie ai giovani. Gli danno carta bianca e lui impugna l’arma della denuncia sociale, politica,etica, col prete e la suora che si baciano, col malato di Aids che mostra la sua prostrazione, con la mamma di colore che allatta il bimbo bianco, con la vecchiaia sdoganata, con gli ultimi che diventano per lui gli eccelsi. Lotta all’omofobia, uguaglianza razziale, battaglie femministe sono il suo credo. E dai manifesti per strada e dalle riviste patinate parte quel messaggio forte e talvolta imbarazzante che oggi lo consacra alla storia non solo della moda, della fotografia, ma dell’umanità. Colorare il mondo di gioia e anche di dolore non è da tutti, ci vuole coraggio e genialità, quella che lui ha sempre coltivato col suo essere schivo e scontroso (ma per chi lo ha conosciuto bene e gli vuole bene quasi un passaporto di amicizia e di stima vera) ma coriaceo sulle posizioni estreme. Radicale sì, radical no.

Si compiaceva a raccontarsi come viziato dalla vita per aver vissuto “troppo bene” quasi a voler rafforzare le denunce tragiche dei suoi scatti. Un uomo senza padroni Oliviero Toscani, sempre libero e a disposizione dei bisogni degli altri.