Roma, 21 novembre 2024 – Diamo per scontata la gran parte degli oggetti presenti nelle nostre case, compresi i lampadari che illuminano le stanze o i termosifoni che ci riscaldano, oltre ovviamente alla televisione che accendiamo quotidianamente alla ricerca di un po’ di svago o delle ultime informazioni sul mondo. Eppure, fino a poco più di un secolo fa, un prodotto simile sarebbe stato visto come una sorta di bizzarra stregoneria.
La televisione, la cui nascita risale agli anni ‘20 nel Novecento, è stata nel corso del tempo molto di più di un banale strumento di intrattenimento: grazie a questo dispositivo elettronico è infatti stato possibile creare una coscienza di massa e, in Italia in modo particolare, contribuire in modo concreto allo sviluppo di uno standard linguistico unico (in un Paese dove, fino agli anni ‘50, quasi ovunque sia parlava essenzialmente solo il dialetto regionale). Chi studia linguistica lo sa bene: ha contribuito molto più allo sviluppo dell’italiano standard un programma come ‘Lascia o raddoppia’ di Mike Bongiorno che qualsiasi lezione di grammatica in una qualunque scuola elementare.
Proprio da queste premesse nasce la necessità, ogni anno, di celebrare la Giornata Internazionale della Televisione, fissata dalle Nazioni Unite ogni 21 novembre. E non per i motivi che alcuni potrebbero immaginarsi.
Il cambiamento del mezzo nel corso del tempo
“Inventata” nel 1927 (questo l’anno di uscita del prototipo primigenio, ovviamente in bianco e nero) la televisione continua a essere ancora oggi la principale fonte di consumo video. Sebbene le dimensioni degli schermi siano cambiate e le persone creino, pubblichino, trasmettano in streaming e consumino contenuti su piattaforme diverse, il numero di famiglie con televisori in tutto il mondo continua a crescere.
Oggi lo scopo del mezzo è profondamente cambiato, rispetto al passato: sarebbe infatti limitativo considerarla come un banale canale unidirezionale per contenuti trasmessi via cavo o in onda. Le televisioni moderne offrono una vasta gamma di contenuti multimediali e interattivi, come video in streaming, musica e navigazione in internet. Le cosiddette smart tv, sempre più diffuse, rappresentano proprio da questo punto di vista un’interessante evoluzione (e permettono, tra le altre cose, anche di giocare ai videogame).
C’è poi un tema fondamentale da approfondire, legato alle modalità di ricezione e di fruizione di queste immagini, ormai multicolor e di altissima qualità. I tradizionali canali televisivi trasmessi via etere, una forma di trasmissione veicolata attraverso onde radio alle antenne domestiche, sembrano essere in lento declino a favore delle aziende di streaming, il cui segnale televisivo è ricevuto tramite connessioni internet a banda larga.
La televisione tradizionale, quella con cui sono cresciuti i nostri nonni e i nostri genitori, è forse destinata a sparire in un futuro non troppo lontano, sostituita da altri mezzi ben più all’avanguardia e tecnologici. A un processo simile, invero, abbiamo già assistito, con la graduale scomparsa dei vecchi apparecchi a tubo catodico, ingombranti e antiestetici, con le ben più moderne televisioni a schermo piatto.
Resta da vedere se il declino della televisione tradizionale, per il resto, aumenterà con il passare degli anni o se i due formati coesisteranno e competeranno parallelamente per attirare l'attenzione del pubblico.
Gli obiettivi della Giornata Internazionale della televisione
Un’occasione simile, agli occhi di molti, potrebbe apparire piuttosto futile. Perché rendere omaggio a un apparecchio elettronico quando nei quattro angoli del globo in molti, ancora oggi, muoiono di fame o sono vittime di aspri conflitti? A che pro? La risposta a questi dubbi è da ritrovarsi proprio nel ruolo sociale del mezzo televisivo, molto meno scontato di quello che si potrebbe pensare. La scelta di proclamare una giornata simile da parte delle Nazioni Unite (tramite la risoluzione 51/205 del 17 dicembre 1996) è nata come riconoscimento dell’impatto del mezzo sui nostri processi decisionali, grazie alla sua capacità di attirare l'attenzione mondiale su conflitti e minacce alla pace e alla sicurezza, e il suo potenziale ruolo nel focalizzare l'attenzione su altre grandi questioni, tra cui quelle economiche e sociali. In sostanza, non si sta tanto cercando di rendere omaggio a un ammasso di cavi e circuiti che ci permette di passare ore su Netflix, ma è piuttosto una modalità di celebrazione alternativa della filosofia che la tv rappresenta. La televisione simboleggia infatti comunicazione e, al contempo, globalizzazione nel mondo contemporaneo. Molto importante in quest’ottica è stato a proposito il primo Forum Mondiale della Televisione (svoltosi il 21 e 22 novembre 1996) in occasione del quale le Nazioni Unite avevano invitato importanti figure del settore dei media per discutere il crescente rilievo della televisione in un mondo in evoluzione e per considerare come migliorare la loro cooperazione reciproca. La scelta della data è legata proprio a questa occasione. La decisione dell’organizzazione internazionale era stata presa in considerazione del ruolo fondamentale che svolge la tv nell’informare, orientare e influenzare l'opinione pubblica. Negare il suo ruolo anche sugli equilibri mondiali, in un contesto sempre più interconnesso, sarebbe d’altra parte piuttosto naif.
La storia della tv
Se oggi possiamo seguire programmi da uno schermo a distanza dobbiamo essere grati a Paul Gottlieb Nipkow, inventore tedesco che alla vigilia di Natale del 1983 mise a punto un dispositivo che avrebbe cambiato per sempre il modo di fare comunicazione. L’invenzione dello studioso era in sostanza un disco speciale bucherellato, il cui movimento rotatorio analizzava le immagini tramite alcuni fori posizionati a spirale. Certo, si trattava di uno strumento rudimentale rispetto ai gioielli tecnologici su cui possiamo fare affidamento oggi, ma era pur sempre estremamente all’avanguardia per quei tempi e costituì il primo mattone per la realizzazione della televisione come oggi la conosciamo. A ogni modo, nonostante questo progetto presentasse delle grosse potenzialità, non fu mai effettivamente realizzato.
Abbiamo dunque dovuto attendere altri 42 anni prima che l'ingegnere scozzese John Logie Baird riuscisse a dimostrare il funzionamento del suo televisore presso il centro commerciale Selfridges di Londra, il 25 marzo 1925. La prima vera trasmissione televisiva si svolse poi il 2 ottobre 1925, dal laboratorio di Baird a una stanza vicina: si trattava, nello specifico, della proiezione del volto del fattorino William Taynton. Tre mesi dopo (era il 26 gennaio 1926) lo stesso Baird mandò in onda il viso della sua collega Daisy Elizabeth Gandy da una stanza all'altra, segnando così definitivamente la nascita della (prima) televisione come la conosciamo oggi.