Martedì 22 Aprile 2025
AGNESE PINI
Magazine

Per la Resistenza e per amore. Iris, la ragazza che sognava libertà

Nel nuovo libro Walter Veltroni dà voce alla partigiana romagnola Versari, suicida per non arrendersi ai nazifascisti

Iris Versari (1922-1944) e a destra il suo corpo e quello di Silvio Corbari a Forlì. Nella foto in alto, Walter Veltroni (69 anni)

Iris Versari (1922-1944) e a destra il suo corpo e quello di Silvio Corbari a Forlì. Nella foto in alto, Walter Veltroni (69 anni)

Roma, 6 aprile 2025 – Walter Veltroni presenterà Iris, la libertà (in uscita in libreria dopodomani) a Roma giovedì (ore 18.30), alla Libreria Spazio Sette, con Corrado Augias e Giulia Caminito; a Sesto Fiorentino, sabato 12 alla Libreria Rinascita Ubik, con Nicoletta Verna; a Velletri, il 15 aprile alla Libreria Mondadori; a Faenza, il 24 aprile alla Residenza Municipale, con Carmelo Domini; a Forlì, il 24 aprile nel Salone comunale, con Mario Proli; a Bologna, martedì 6 maggio nella Biblioteca Salaborsa, con Agnese Pini; a Torino, al Salone del Libro, il 18 maggio, con Federica Manzon e Francesco Piccolo

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di Agnese Pini

Roma, 6 aprile 2025 – “Sarà tutto a posto, tutto in ordine, tutto perfetto. Hitler e Mussolini non torneranno mai più, le persone ricominceranno a cantare e a ballare la musica che più gli piacerà. Nessuno avrà più paura di vivere, nessuno dovrà più nascondere le proprie idee”.

IMPICCATI
Il corpo di Iris Versari e quello di Silvio Corbari a Forlì

Eccola, Iris, la tua libertà. Ecco il sogno di una ragazza di 22 anni che fantastica di un futuro ancora impossibile – “l’America”, dice, “non mi è mai sembrata così lontana” – mentre sta pulendo la canna di un fucile, seduta nella stalla di un vecchio casolare. Ancora non sa quanti pochi giorni, ormai, la separino dalla sua morte: forse inevitabile, di certo presagita nei tanti, troppi segnali che, più o meno ignorati, hanno costellato quelle ultime settimane di lotta e di clandestinità. È l’estate del 1944, e infuria la stagione più sanguinosa e tragica della guerra di Liberazione. Ma a 22 anni neppure l’orrore ti impedisce di sognare: “Lui mi bacerà e saremo, per un momento, soli nel cuore del mondo”.

È uno dei passaggi più intensi, e toccanti, dell’ultimo romanzo di Walter Veltroni, Iris, la libertà, che esce martedì edito da Rizzoli: la storia, vera, di una donna e di una partigiana che sacrifica la propria vita e la propria giovinezza per la Resistenza, per il suo Paese, e per l’uomo che ama.

Lei è Iris Versari, lui è Silvio Corbari: romagnoli, giovanissimi e belli come tutti gli eroi – parafrasando Guccini – coraggiosi e sfortunati, destinati a lasciare una traccia indelebile. Entrambi combattenti sulle montagne forlivesi, entrambi trucidati la mattina del 18 agosto 1944, entrambi impiccati a un palo della luce, come sfregio e come monito secondo la macabra usanza nazifascista, prima in piazza a Castrocaro e poi a Forlì.

Veltroni prosegue il ciclo dei suoi libri dedicati agli anni più cruenti del fascismo e del secondo conflitto mondiale – dopo La scelta (Rizzoli, 2022) e La condanna (Rizzoli, 2024) – e torna in libreria con un romanzo di straordinaria intensità: una storia umanissima e dolente, che scava nei tormenti dell’animo e nelle tenaci speranze di Iris. Che per la sua scelta di libertà - politica e sentimentale – sarà due volte vittima: delle camicie nere, ma anche dei pettegolezzi, dei veleni, delle maldicenze che non smettono di perseguitarla, da viva come da morta. Lei, donna, nubile, giovanissima, partigiana e innamorata di un uomo già sposato.

Veltroni sceglie lo sguardo, la voce, i pensieri di Iris, raccontandoci i suoi ultimi giorni fino al sacrificio finale, con raffinata capacità espressiva e narrativa. Entra nei suoi occhi e nei suoi gesti, restituendo le intime contraddizioni, le inevitabili fragilità e la straordinaria forza di una donna che sarà infine consacrata alla storia della nostra nazione con la medaglia d’oro al valor militare. Così sono le sue immagini, le sue canzoni, i suoi dubbi, i suoi sogni ad accompagnare il lettore pagina dopo pagina, attraverso uno scavo storico che, pur accuratissimo, viene reso soprattutto attraverso una dimensione, ed evoluzione, psicologica. Tutta femminile. È Iris a scandire il tempo del racconto, e a dare il passo all’incedere implacabile degli eventi.

Sullo sfondo della tragedia annunciata, fra imboscate, fughe e tradimenti si muovono personaggi non meno intensi: lo stesso Corbari, i suoi compagni di lotta e di martirio – Adriano Casadei e Arturo Spazzoli – ma soprattutto il commissario Vespignani, uomo d’ordine e di cuore, che saprà restituire per primo dignità, e verità, alle vittime di un orrore che ha la pretesa di giustificarsi da sé. È il suo sguardo pietoso – lì dove “pietà l’è morta” – a ricucire lo strappo di un destino altrimenti inaccettabile, a ridare senso al gesto estremo di Iris, che si sacrifica per salvare, inutilmente, Corbari, e infine si uccide pur di non essere catturata viva dai suoi aguzzini. “Mentre stanno per entrare io sorrido, metto la pistola alla tempia e muovo il dito sul grilletto. Lo faccio come lo so fare io, da partigiana e da donna”.