Venerdì 9 Agosto 2024

Note e cinema. Il sogno è realtà

Fabrizio Moro è in tour con la sua band "Ogni volta che salgo sul palco trovo la mia piena realizzazione" .

Note e cinema. Il sogno è realtà

Fabrizio Moro (qui nella foto di Claudio junior Bielli). In copertina il cantante è ritratto invece da Fabrizio Cestari

"Ogni volta che salgo sul palco sento che la mia vita ha un senso compiuto". Fabrizio Moro racconta l’avverarsi del suo sogno di adolescente: diventare un musicista. Una carriera costruita passo dopo passo, partendo dal quartiere romano di San Basilio dove è nato e cresciuto, fino al successo arrivato con le canzoni Pensa, Eppure mi hai cambiato la vita, Portami via e Non mi avete fatto niente.

Dopo le esperienze come cantautore, l’approccio al cinema. Moro ha scritto e diretto due film, dimostrando grande talento anche in veste di sceneggiatore e regista.

È in tour con la sua band in tutta Italia. Qual è la canzone che più la rappresenta in questo preciso momento?

"Sicuramente Pace, brano con cui chiudiamo da anni ogni concerto e che, in questo momento, si sposa con la mia ricerca di pace interiore".

C’è un messaggio particolare che desidera lanciare dal palco?

"I messaggi sono diversi e sono contenuti nelle canzoni che fanno parte della scaletta scelta per il tour. La scaletta non è stata scelta a caso o perché ci sono brani più famosi di altri. Ci sono dei contenuti importanti in diverse canzoni che cerco di esprimere non soltanto in questo tour ovviamente, ma in tutto il percorso live che ho fatto fino a ora".

Ha raccontato di essersi chiuso per un mese nel monolocale dove ha composto alcuni dei brani più famosi per concludere il suo ultimo album. Perché questo ritorno?

"Una scelta dettata da una circostanza pratica. Ho infatti affrontato l’ennesimo trasloco della mia vita. I risvolti sono stati positivi perché sono tornato a respirare l’atmosfera di diversi anni fa, ispiratrice delle canzoni che mi hanno portato maggior fortuna nella vita".

Dopo 20 anni di carriera, tanti successi musicali e cinematografici, qual è finora la più grande soddisfazione?

"Essere riuscito a fare la vita che sognavo quando ero adolescente. Una soddisfazione che provo ogni giorno".

Come cambia l’approccio creativo tra la musica e il cinema?

"Ci sono sfaccettature diverse perché nella musica hai spesso tre minuti per esprimerti, per esprimere lo stato d’animo che stai vivendo o il messaggio che vuoi far arrivare alle persone che ascoltano la tua musica. Nel cinema hai un arco di tempo più ampio per descrivere fino in fondo un’espressione della tua emotività perché si scrive un soggetto, poi la sceneggiatura poi si cambia diverse volte. Infine c’è la fase di produzione e poi il film. Il punto a sfavore durante il percorso da regista è aver sottratto tempo alla musica. Per fare due film c’è voluto infatti un anno e mezzo tra le fasi di scrittura, realizzazione e promozione".

Si sente più a suo agio nei panni di cantautore o di regista?

"Dipende dai momenti. Mi sento più a mio agio quando faccio quello che mi fa star bene e mi sento di fare. Ci sono momenti in cui ho voglia di andare sul palco e metterci la faccia e ci sono momenti in cui preferisco stare dietro le quinte".

Parole e musica, qual è il rapporto?

"Tra loro ci deve essere una sincronia perfetta. Spesso ascolto canzoni che non ce l’hanno. Io cerco di far suonare anche le parole. Non è solo la musica che deve avere un certo tipo di atmosfera sonora, ma anche il testo deve suonare bene sulla musica che hai creato".

C’è un’artista con cui le piacerebbe collaborare in futuro?

"Non sono mai stato un fan delle collaborazioni, dei duetti. Ho lavorato durante il mio percorso con Gaetano Curreri, Ermal Metal, Fiorella Mannoia, Ultimo, Il Tre. Collaborazione non studiate a tavolino, dettate dall’istinto, dal momento, dal rapporto di confidenza rispetto e stima che ho trovato con i colleghi".