Martedì 5 Novembre 2024

Non è vero che la letteratura di fantascienza ci rende stupidi

Gli autori del paper che nel 2017 aveva sostenuto questa controversa tesi, hanno effettuato un nuovo esperimento e confutato la loro affermazione

Immagine vintage di un alieno

Immagine vintage di un alieno

Nel 2017 i professori Chris Gavaler e Dan Johnson, della Washington and Lee University, avevano pubblicato uno studio nel quale sostenevano che la letteratura di fantascienza "rende più stupidi". Ora i medesimi autori sono tornati sull'argomento, modificando un elemento centrale del loro esperimento, e il risultato ha negato quanto sostenuto in precedenza. La nuova posizione degli studiosi è che solo la cattiva fantascienza ha effetti negativi, mentre se è di qualità allora vale tanto quanto un testo letterario non di genere.

La fantascienza ci rende stupidi?

Nel corso dei test condotti nel 2017, a un gruppo di volontari era stato consegnato da leggere uno fra due racconti: il primo era popolato da alieni, androidi ed era ambientato a bordo di un'astronave, mentre il secondo era caratterizzato da una trama simile, però si svolgeva nel mondo reale. Risultato: l'ambientazione fantascientifica aveva "innescato una modalità di lettura più superficiale e meno attenta alla comprensione del testo, un atteggiamento che potremmo definire lettura non letteraria".

In realtà solo quella scadente

Lo studio fece molto discutere e fu criticato soprattutto su un punto: cambiare gli elementi di una storia in modo da inserirla in un contesto di fantascienza non significa proporre il medesimo livello di qualità del racconto nel suo complesso. Prendendo nota di questa osservazione, Chris Gavaler e Dan Johnson hanno ripetuto l'esperimento: questa volta utilizzando un testo identico, fatta eccezione per una singola parola inserita nella prima frase. Si è passati cioè da "Mia figlia è in piedi dietro il bancone, mentre lucida un bicchiere di vino con un panno bianco" a "Il mio robot è in piedi dietro al bancone, mentre lucida un bicchiere di vino con un panno bianco". Ai 204 partecipanti è stato assegnato da leggere uno dei due racconti. I successivi test, effettuati per valutare il livello di comprensione dei lettori, hanno evidenziato dati praticamente identici. Così Gavaler e Johnson hanno concluso che "le differenze fra lo studio precedente e questo sono presumibilmente dovute alla diversità dei racconti di fantascienza utilizzati. Dobbiamo dedurne che la nostra prima indagine non rivelava molto sulla letteratura di fantascienza in generale, quanto piuttosto su quella che dovremmo chiamare fantascienza non letteraria". Le nuove conclusioni di Gavaler e Johnson saranno pubblicate nel tardo 2019 all'interno del magazine Scientific Study of Literature e sono state anticipate da alcuni quotidiani internazionali, come ad esempio il britannico Guardian.