Giovedì 19 Dicembre 2024
PIERO DEGLI ANTONI
Magazine

Netflix, nuove stagioni di titoli diventati cult. Adesso le star arrivano in serie

La scommessa vinta: puntare su sconosciuti e attori un po’ in declino

"La casa di carta" su Netflix (da qn)

Netflix è una fuoriserie. La tv specializzata, appunto, in serie televisive, ieri ha presentato i propri faraonici programmi a Roma. Sono previste 55 nuove produzioni per Europa, Medio Oriente e Africa (e infatti per la prima volta gli investimenti fuori dagli Stati Uniti hanno superato quelli Usa). Per quanto riguarda l’Italia, le novità principali sono queste: arriva la seconda stagione di “Suburra” ambientata nel mondo della criminalità organizzata romana, ma soprattutto verrà prodotta “Baby”, fiction che prende spunto dalla vicenda delle squillo minorenni dei Parioli. A interpretarla saranno Benedetta Porcaroli, Alice Pagani, Riccardo Mandolini, Isabella Ferrari, Claudia Pandolfi e Paolo Calabresi diretti da Andrea De Sica e Anna Negri. Un’altra serie made in Italy sarà “Luna Nera”, basata su un manoscritto inedito di stregoneria risalente al Medioevo.  Per il panorama internazionale è annunciata per il 2019 la terza serie della spagnola “La casa di carta”, la serie non inglese più vista su Netflix. Il colosso della tv in streaming è riuscita a imporsi in poco tempo anche in Italia grazie a vari elementi. Innanzitutto per il costo (da 7,99 a 13,99 euro al mese, tra l’altro condivisibili tra più persone), ma soprattutto per essere riuscita a imporre un formato tv – la serie appunto – che, soprattutto tra i giovani, ha avuto grande successo. Ed è stata in grado di rilasciare produzioni di altissima qualità puntando o su volti noti che conoscevano un periodo di declino e che grazie alle serie hanno ottenuto nuova popolarità, oppure volti nuovi che sono diventate vere e proprie star.    Nella prima categoria possiamo citare senz’altro Billy Bob Thornton, splendido protagonista malvagio della prima serie di “Fargo”, così come Martin Freeman, attore splendido ma misconosciuto, che sempre in “Fargo” è salito a quotazioni stellari.  Un altro esempio è quello di Drew Barrymore. L’attrice americana ottenne fama internazionale a 7 anni per il suo ruolo in “E.T.”. La sua condotta sempre al limite (alcolista, tossicodipendente, due volte ha tentato il suicidio) l’avevano però portata a essere emarginata dallo show business. Con “Santa Clarita Diet” in cui interpreta una non-morta cannibale tutta giocata però sul registro della commedia, ha riconquistato la popolarità persa. Anche John Lightow, attore cinematografico sulla china discendente, è risorto grazie allo splendido “The Crown”. Ci sono inoltre bravissimi attori sconosciuti che Netflix ha saputo lanciare. A cominciare da Bryan Cranston, il protagonista di “Breaking Bad”, il professore di chimica che si dà alla produzione di droghe sintetiche, vera serie cult. Oppure come Dylan Minnette, il giovane nerd protagonista di “13”, interessante e valida serie che ha come tema il bullismo adolescenziale.    Wagner Moura, magnifico attore brasiliano, ha saputo interpretare a a meraviglia un personaggio controverso come Pablo Escobar (sarà curioso confrontarlo con il film in uscita interpretato da Javier Bardem). Un’altra star creata dalla potenza di Netflix è sicuramente Alvaro Morte, il nefando Professore che in “La casa di carta” orchestra l’ingegnosa rapina alla zecca spagnola. Infine si possono citare Selton Mello e Caroline Abras, protagonisti dell’ultimo successo Netflix, cioè “O Mecanismo”, di produzione brasiliana. Come si vede, Netflix ha avuto l’accortezza di non puntare tutto su produzioni di origine anglosassone, ma ha saputo aprirsi alle altre realtà adeguandosi alle culture locali. Non per nulla tra i colossi dei media è quello che va meglio: ha raggiunto i 125 milioni di abbonamenti (aumento di oltre il 7%), con un fatturato di 3,7 miliardi di dollari. La tv in streaming ha dimostrato che si può guadagnare senza rinunciare alla qualità. E, soprattutto, senza infarcire i propri spettacoli di pubblicità.