Una fiaba per sostenere l’associazione Prima del tempo che segue i genitori dei bambini nati prematuramente, nella fase di ricovero ospedaliero e al rientro a casa. L’ha scritta Marta Natalucci, 31ene anconetana, madre di Agnese, nata alla fine del sesto mese di gestazione. "Le avventure di Agne e Abù (Giaconi editore ndr) — racconta l’autrice — è stato illustrato da Alice Pandolfi, studentessa del liceo artistico “Mannucci“ di Ancona. Il libro – acquistabile on line e i cui proventi sono interamente devoluti all’associazione – ha per protagonisti Agne e il suo cane Abù, con cui la piccola va in giro per la città alla ricerca di un luogo in cui un fragile ulivo nato prematuro possa mettere radici per crescere forte e vigoroso".
Una storia di fantasia che diventa metafora potente per raccontare una vicenda personale. "Agnese è stata ricoverata settanta giorni nel reparto di terapia neonatale – sottolinea Natalucci – senza poter avere contatti fisici con me e il suo papà. Il parto prematuro non permette purtroppo ai genitori di condividere con il bimbo il periodo successivo alla nascita. È vietata ogni forma di contatto, poiché anche una semplice infezione per il nuovo o la nuova arrivata potrebbe essere letale".
In questa fase entra in campo Prima del tempo. L’associazione nasce nel 2019 a Colli al Metauro, in provincia di Pesaro. Inizialmente erano in sette a credere nel progetto: il presidente e pediatra Ramzi El Asma, alcuni sanitari e una coppia di genitori. Ora gli iscritti sono quasi duecento, tra medici e volontari. Dare aiuto alle famiglie e porre i genitori al centro del percorso di cura sono gli scopi. "Lo stress psicologico a cui le mamme e i papà sono sottoposti è altissimo – sottolinea il presidente – . Durante la fase di ricovero non possono entrare in contatto con il bambino e sono privati della loro funzione di cura. Il nostro obiettivo è umanizzare l’ambiente ospedaliero. Bisognerebbe ripensare gli spazi dei reparti neonatali, creando per esempio, una sala in prossimità della terapia intensiva in cui la mamma possa tirarsi il latte il più vicino possibile al neonato. La prossimità tra bambino e famiglia è uno dei nodi cruciali di Prima del Tempo. Per tale ragione, in diversi convegni rimarchiamo l’importanza della marsupio terapia, un metodo assistenziale, adottato con i neonati in incubatrice, che consiste nel metterli nudi sul seno materno, a contatto con la cute calda della madre".
Come argomenta El Asmar, è di vitale importanza garantire una rete di supporto ai neo genitori anche nella fase successiva al ricovero del neonato. "Molti volontari sono genitori che hanno vissuto in precedenza l’esperienza di avere un bambino nato prematuro — illustra –. Insieme al personale medico d’assistenza, aiutano il nucleo familiare ad assestarsi e a creare un ambiente rilassato in cui ogni componente possa stare bene. L’iniziativa home visiting, che stiamo avviando, è destinata proprio a questo scopo".
L’associazione ha ottenuto inoltre dall’ospedale marchigiano in cui opera, di far accedere i genitori in terapia intensiva ogni volta che lo desiderano e non secondo orari prestabiliti. Studi scientifici confermano l’importanza della vicinanza tra genitori e prematuri per velocizzare il recupero. Stando ai dati 2023 diffusi da SINPIA — Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza — sono circa 30mila i bambini pretermine nati in Italia.
"Quando Agnese è nata – conclude Natalucci– pesava meno di una bottiglia di latte. Ho sofferto molto non poter vivere la genitorialità. Sono molto grata a Prima del tempo perché ha aiutato me e il padre della bambina a sentirci meno soli, anche attraverso la condivisione e i consigli di chi aveva vissuto l’esperienza prima di noi"