Sabato 23 Novembre 2024
MARCELLO IEZZI
Magazine

Nel tempio di Cupra spunta un’altra Pompei

Gli scavi nelle Marche portano alla luce frammenti di rare decorazioni nei luoghi di culto, simili a quelle conservate nella città dell’eruzione

Migration

di Marcello Iezzi

CUPRA MARITTIMA (Ascoli)

Il Parco archeologico naturalistico “Civita“ di Cupra Marittima, nel sud delle Marche, sta stupendo il mondo scientifico per le interessanti scoperte avvenute nel tempio romano che dominava il foro della città. È uno dei pochi casi in cui è stato possibile recuperare frammenti di affreschi che decoravano la cella del tempio che ospitava le statue di culto. Gli scavi, promossi dal Comune, con il coordinamento scientifico dell’Università di Napoli L’Orientale, hanno portato alla luce importanti reperti. Ora è certo che il tempio, di ordine corinzio, fu costruito in età augustea e fu profondamente ristrutturato fin dalle fondamenta nel II secolo d.C., a seguito di una serie di lesioni strutturali che avevano messo in pericolo l’intero edificio. In quell’occasione la splendida decorazione pittorica della cella, del III Stile pompeiano, fu interrata nel profondo riempimento del podio, le fondazioni furono rinforzate e l’intero muro della cella ricostruito in opera laterizia.

Fra gli elementi architettonici recuperati dallo scavo, vi sono frammenti di colonne e alcuni gocciolatoi di pietra a testa di leone di buona qualità, anch’essi risalenti alla ricostruzione del tempio. Quest’ultima appartiene dunque alla grande fase “adrianea“ della città, insieme agli archi di accesso al Foro e al grande basamento situato davanti all’ingresso dell’edificio, testimonianza tangibile del rinnovamento cui fu sottoposta Cupra all’epoca della visita effettuata dall’imperatore Adriano nel 127 dopo Cristo.

"Le prospettive del parco, esteso più di 30 ettari, sono due – afferma il professor Fabrizio Pesando dell’Università L’Orientale di Napoli e direttore del Parco archeologico di Cupra Marittima – aumentare la conoscenza dei monumenti visibili e poi intraprendere anche nuovi scavi in area non ancora indagata come ad esempio quella dell’abitato, che ci è ancora sconosciuto. Il prossimo anno sicuramente continueremo con gli scavi, intanto procediamo con lo studio dei materiali, in particolare i frammenti di affreschi che ritengo siano molto importanti. Con il Comune cercheremo di far conoscere la storia antica di Cupra e utilizzare il Parco come uno spazio per i turisti che frequentano le Marche".

Il professor Pesando si sofferma sui più importanti ritrovamenti, in particolare la decorazione della cella del tempio della fase augustea. "Il ritrovamento delle decorazioni è un caso abbastanza particolare – aggiunge –. Ce ne sono pochissimi, sono stati rinvenuti ad Ercolano e a Nora in Sardegna e poi in ambito marchigiano nel criptoportico del Tempio della Salute di Urbisaglia. Sono rarissime negli edifici di culto, mentre ne conosciamo tante nelle case private di Pompei".

Proprio a Pompei si riflette sulla scoperta di Cupra Marittima. "Una scoperta importante per contestualizzare la pittura parietale che a Pompei si è conservata grazie all’eruzione", dice il direttore del Parco archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel. "È lo stesso terzo stile noto dagli scavi di Pompei – spiega Zuchtriegel – ma ci sembrano essere anche piccole differenze". Interessante, aggiunge, "anche l’uso della pittura in un santuario: lo stesso avviene a Pompei già con il primo stile come recentemente confermato dalle indagini promosse da Massimo Osanna al Foro triangolare che ora riprenderemo insieme alla Scuola Superiore Meridionale".