Sabato 15 Febbraio 2025
GIUSEPPE DI MATTEO
Magazine

Nel segno di Lynch

L’appuntamento è al Teatro Nuovo Sala Gassman di Civitavecchia, dove domani e domenica andrà in scena Premio produzione commedia brillante...

Karina Proia ha iniziato a lavorare nel mondo dello spettacolo come modella

Karina Proia ha iniziato a lavorare nel mondo dello spettacolo come modella

L’appuntamento è al Teatro Nuovo Sala Gassman di Civitavecchia, dove domani e domenica andrà in scena Premio produzione commedia brillante e spiritosa che vuole accendere i riflettori sul mondo del lavoro, e in particolare su alcune dinamiche che caratterizzano la vita in fabbrica (prossime tappe, 20 febbraio al teatro degli Audaci Roma e 8 marzo a Fiuggi). Karin Proia – attrice di lungo corso e con un amore particolare per il piccolo schermo – stavolta sarà sul palco e vestirà i panni di un’operaia. Perché il teatro non l’ha mai messo da parte. Ma non vede l’ora di tornare in tv. "Il teatro è affascinante e più diretto rispetto al cinema e alla televisione – racconta – ma sono sempre stata attratta dall’audiovisivo, e in particolare dalle serie tv". E, dopo essersi fatta le ossa prima come modella e poi a Non è la Rai, Bulli e pupe, Numero Uno di Pippo Baudo, Scommettiamo che...? e Il grande gioco dell’oca, alla fine degli anni ’90 sono arrivati i primi film. Ma Karin nel tempo ha cambiato pelle, lavorando sia davanti che dietro la macchina da presa. Il suo primo film da regista, Una gita a Roma, (2016), vanta nel cast Claudia Cardinale e Philippe Leroy; ed è impreziosito dalla colonna sonora del Premio Oscar Nicola Piovani.

Cosa la attrae delle serie tv?

"Il fatto che siano strutturate come un racconto che può continuare nel tempo. Parlo ovviamente delle serie più ricercate, per esempio La casa di carta, una delle mie preferite. Ma penso anche a un capolavoro come Mulholland drive, di David Lynch. Ecco, io ci avrei fatto una serie. E poi ce ne sono alcune di breve durate che sono fruibili anche nello stesso giorno".

Cinema, tv, ma anche tante piattaforme. Per un attore è un bene o un male?

"Dipende. La piattaforme pagano decisamente poco rispetto alla tv generalista, specie i diritti connessi, che sarebbero i diritti di replica. La cosa buona però è che danno più spazio alla sperimentazione".

Lei è attrice ma anche regista. Meglio davanti o dietro la macchina da presa?

"Dietro. Anche se mi piace fare entrambe le cose. Quando ho diretto il mio primo film, Una gita a Roma, in cui ero sia regista che attrice – anche se in un ruolo minore – è stato bellissimo".

È legata più agli attori o ai registi con cui ha lavorato?

"Beh, a entrambe le categorie. Ho avuto la fortuna di lavorare con Gigi Proietti, Sergio Castellitto, il Premio Oscar Armin Mueller-Stahl, Ma mi sono innamorata del cinema guardando i film di Sergio Leone e i primi piani di Claudia Cardinale. È stato meraviglioso averla come attrice in un mio film".

Ha altre passioni?

"Certamente. Amo suonare il pianoforte e ho una grande passione per la fotografia e la ceramica. E il cinema le racchiude tutte. Anche per questo, quando sono dietro la macchina da presa, mi piace giocare con i volumi e con il colore. Mi piace anche scrivere. Uno dei miei primi lavori è stato la sceneggiatura di Salomè-Una storia (regia di Raffaele Buranelli, ndr), che utilizzando un’unica ripresa in piano sequenza di un monologo tratto dal dramma Salomè di Oscar Wilde, illustra l’evoluzione tecnica dell’arte cinematografica".

L’amore come va?

"Bene. Anche perché non si limita alla vita privata, continua nella professione. A quel punto ci si capisce con poco".

Progetti futuri?

"Sto lavorando al mio secondo film, Mezzanotte. Sarà un viaggio nell’animo umano con sfumature noir e thriller".

È bello recitare?

"Direi di sì. Ma si sottovalutano alcuni aspetti che rendono questa professione molto più difficile di quanto non si creda".

Ovvero?

"Pochi lo sanno, ma gli attori hanno poche tutele. Tolti i privilegiati e quelli più famosi, per gli altri è dura. Anche perché si tratta di una professione ancora non riconosciuta dal punto di vista giuridico. Proprio per questo ho contribuito a fondare il RAAI, Il Registro Attrici Attori Italiani, che mira al riconoscimento e alla tutela della professione di attrice e di attore, per esempio con riferimento allo storico contributivo e alla formazione, ma anche a ottenere ammortizzatori sociali tarati sulle reali dinamiche professionali".

E che numeri avete?

"Attualmente ci sono oltre 2.500 registrazioni e quasi duemila attrici e attori professionisti già trasferiti sul portale RAAI (https://raai.it, ndr)".