Roma, 19 marzo 2025 – La vita di Nadia Cassini, scomparsa ieri a 76 anni, è stata per molti versi simile a un film. Già dalla nascita, in un luogo diventato poi mitico: Woodstock, dove Nadia nacque nel 1949 durante una tournée dei genitori, ballerini e attori di vaudeville. Un padre tedesco, una madre di origini siciliane, e lo spettacolo nel Dna. Non ha ancora vent’anni, e già è stata cantante di night club, ballerina di fila, fotomodella, indossatrice. E anche gli amori iniziano con un nome fuori dal comune: lo scrittore Georges Simenon, l’autore dei romanzi del commissario Maigret, che aveva una vita sentimentale a dir poco turbolenta, e che aveva 46 anni più di lei. Nel 1968, a diciannove anni, sposò il conte Igor Cassini Loiewski, noto come giornalista con lo pseudonimo di Cholly Knickerboxer, e fratello dello stilista Oleg Cassini.

Si deve anche a Igor Cassini l’ingresso di Nadia nel mondo del cinema: quando il marito va a Roma per gestire la casa di moda del fratello, Nadia lo segue. E ottiene alcuni piccoli ruoli cinematografici. Nello stesso 1970 viene scelta da Piero Vivarelli come protagonista del film erotico ‘Il dio serpente’, che diventa un cult movie, grazie anche alla colonna sonora di Augusto Martelli. Nel 1971, a ventidue anni, divorzia dal marito e si trasferisce in Grecia, poi a Londra con l’attore greco Yorgo Voyagis, dal quale ha una figlia e con il quale si sposa. Nel 1988, in Italia, si separa dal marito greco e affida la figlia Cassandra al padre. Poi torna in Italia, per proseguire la carriera cinematografica. È il 1975. Ma il grande successo arriva nel 1979, con ‘L’insegnante balla… con tutta la classe’. E seguono una serie di successi commerciali che la imprimono nella memoria del pubblico: ‘L’infermiera nella corsia dei militari’, ‘La dottoressa ci sta col colonnello’, fra la fine degli anni 70 e l’inizio degli anni 80.
In una sua apparizione televisiva, nella quale ballava con Lando Buzzanca, Nadia mostra il sedere coperta solo da un sottilissimo perizoma. E la cosa le costa una denuncia per “simulazione di un atto sessuale contro natura”. La querela però non avrà seguito, e finirà archiviata. Però in alcune occasioni invece Nadia aveva affrontato dei nudi integrali, come nel film ‘Il dio serpente’. E certo, ha contribuito a far cambiare il comune senso del pudore del pubblico italiano. Nadia era inquieta, effervescente, esplosiva, vivacissima. Per una breve stagione partecipa a trasmissioni televisive come ‘Drive In’ e ‘Risatissima’, ma la sua forza in televisione viene in qualche modo smorzata dal fatto che non padroneggia benissimo l’italiano. Appare anche nel mercato discografico, ed è una presenza abbastanza fissa nelle riviste erotiche come ‘Playboy’, ‘Playmen’, ‘Blitz’.
Alla fine degli anni Ottanta Nadia scompare dalle scene. Anche per via di un intervento di chirurgia plastica al naso che ha conseguenze devastanti, con la amputazione di parte del padiglione auricolare. Seguono una crisi personale, emotiva e affettiva, che la conducono all’abuso di alcol e di droga. Riesce a disintossicarsi nel 2009, con l’aiuto della figlia, che la fa ricoverare in una clinica negli Stati Uniti. Muore a Reggio Calabria, alla fine di una lunga malattia.