Giovedì 20 Marzo 2025
GIOVANNI BOGANI
Magazine

Nadia Cassini. Icona sexy e tormentata

Addio all’attrice delle commedie italiane anni ’70 . Dopo i successi, un’operazione sbagliata e l’alcol.

Nadia Cassini nel 1980. A sinistra, un’immagine recente con la figlia Kassandra

Nadia Cassini nel 1980. A sinistra, un’immagine recente con la figlia Kassandra

Addio a Nadia Cassini, icona effervescente nel cinema sexy degli anni ’70. Gli occhi grandi da Liza MInnelli, la frangetta di capelli neri, l’accento americano, la silhouette snella, seducente: ala sinistra di un cinema che aveva all’altra ala Gloria Guida, e come centravanti Edwige Fenech. A centrocampo, gli assist sicuri di Renzo Montagnani, Lino Banfi, Lando Buzzanca. Se ne va, a 76 anni, uccisa da un male incurabile, a Reggio Calabria, dove viveva da tempo. Al termine di una vita che era già, essa stessa, come un film. Fin dalla nascita: che avviene a Woodstock, nel 1949. Woodstock non è ancora il simbolo della rivolta giovanile: ma che Nadia nasca lì è già, in qualche modo, un segno. Nasce lì durante una tournée dei genitori, ballerini e attori di vaudeville. Il padre è tedesco, la madre americana di origini siciliane.

Nadia – che si chiama in realtà Gianna Lou Müller – cresce in fretta. Il governo americano, vedendo quel "Lou" sulla carta di identità, la convoca per il servizio militare, scambiandola per un ragazzo. Equivoco chiarito. E Nadia capisce che lo spettacolo è, se non la strada per il successo, almeno il modo per sopravvivere. E’ cantante di night club, ballerina, fotomodella, indossatrice. Ha una relazione con lo scrittore belga Georges Simenon, il padre dei romanzi del commissario Maigret: lui ha più di 65 anni, lei neppure venti. E ancora in quegli anni turbolenti, liberi e selvaggi, nel 1968, Nadia si lega a un conte russo, Igor Cassini Lojewski, fratello dello stilista Oleg. E lo sposa. Quando Igor Cassini va a Roma, per gestire la maison di moda del fratello Oleg, Nadia lo segue. E lì, a Roma, fa il suo ingresso nel mondo del cinema. Viene scelta, nel 1970, dal regista Piero Vivarelli come protagonista del film erotico Il dio serpente.

Nel 1971, a ventidue anni, va a Londra perché si è innamorata dell’attore greco Yorgo Voyagis – che qualche anno dopo sarà Giuseppe nella serie tv Gesù di Nazareth di Franco Zeffirelli. Con Yorgo, Nadia avrà la figlia Kassandra Voyagis. Prosegue la carriera cinematografica, lavora in Pulp di Mike Hodges con Michael Caine. Torna in Italia, e dal 1975 diventa una star del cinema erotico all’italiana. Il primo ruolo da protagonista è nel 1979, L’insegnante balla… con tutta la classe. Seguono L’infermiera nella corsia dei militari e La dottoressa ci sta col colonnello.

La sua verve, la sua bellezza, conquistano gli italiani. La sua vita personale, intanto, è caotica: con Voyagis girano tanti soldi, ma – come dice in un’intervista – hanno una Ferrari in garage ma niente soldi per la benzina. Fa un po’ di tv – Premiatissima, Drive In – ma non si trova bene, straccia il contratto. Va a vivere a Parigi. Un giorno, un tuffo sbagliato in piscina, durante una vacanza. Si rompe il naso, si sottopone a un intervento di chirurgia plastica dal quale esce sfigurata. Lo shock la porta a cercare rifugio nell’alcol: finisce in un rehab negli Stati Uniti. Risale, con fatica, dall’abisso. Poi la malattia. La figlia, Kassandra, la ricorda oggi con la loro ultima foto insieme. "Il dolore e la tristezza sono insopportabili", scrive. "Sono qui con te per il tuo ultimo viaggio". Nella foto. Nadia è una signora bionda, con un sorriso ancora bello.