Mercoledì 1 Gennaio 2025
Stefano Marchetti
Magazine

Muti e il “suo” concerto di Capodanno a Vienna: “Fratellanza”, i valzer di Strauss e la prima donna

Il maestro dirige i Wiener Philharmoniker per la settima volta. Ci sarà anche un brano di Constanze Geiger

Vienna, 31 dicembre 2024 – È certamente il concerto più famoso del mondo e Riccardo Muti lo dirige per la settima volta, un record. “E sarà anche l’ultima – annuncia –. In realtà lo avevo detto anche nel 1993, quando ho condotto il primo. E sono arrivato a farlo sette volte, come i sette peccati capitali”, ride.

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Riccardo Muti ieri durante le prove nella Sala d’oro del Musikverein. In alto, la compositrice Constanze Geiger (1835-1890)

“Con il Maestro Muti noi abbiamo più che una relazione di amicizia: ci sentiamo una famiglia”, confida Daniel Froschauer, presidente dei Wiener Philharmoniker che nella sala d’oro del Musikverein si preparano ad accogliere il 2025 con il loro sfavillante concerto di Capodanno che domattina sarà trasmesso da 93 stazioni tv in tutto il mondo (su Raidue in differita alle 13.30) e farà ballare perfino il Regno di Tonga in Polinesia che, con 13 fusi orari in più, lo vedrà ormai il 2 gennaio.

Non c’è Capodanno senza l’irresistibile volo di valzer e di polke da Vienna, un evento talmente iconico da essere entrato nella vita di tutti: c’è chi lo guardava con i nonni e oggi lo segue con i nipoti, e ogni anno milioni di persone partecipano al sorteggio per cercare di acquistare gli ambitissimi biglietti. Neppure il Covid ha fermato il concerto, anche se quattro anni fa, il 1° gennaio 2021, i Wiener lo tennero nella sala completamente vuota e sul podio c’era proprio Riccardo Muti: “Suonare valzer e terminare nel silenzio, senza quell’entusiasmo che a tutti noi arriva dal pubblico, fu veramente drammatico – ammette il Maestro –. Tuttavia potemmo farlo perché siamo convinti che la musica, allora come oggi, sia la vera medicina per l’anima, e lo dico senza retorica. La musica è armonia, bellezza, pace e gioia: è questo il messaggio che affidiamo a questo concerto”.

Riccardo Muti dirige i Wiener dal 1971 e li ha guidati in più di cinquecento serate: quest’anno con loro ha celebrato i due secoli della Nona sinfonia di Beethoven, poi li ha (ri)portati in Italia dove hanno anche aperto il Ravenna Festival. Con il concerto di Capodanno il Maestro ha l’onore di inaugurare le celebrazioni per i duecento anni dalla nascita di Johann Strauss figlio, l’autore del Bel Danubio blu e dell’operetta Il Pipistrello.

Il programma abbraccerà appunto brani di tutta la grande famiglia Strauss, come la Marcia della libertà composta da Strauss padre nel 1848, anno di grandi rivoluzioni, l’idillico valzer delle Rondini del villaggio dell’Austria di Josef Strauss, con tanto di vezzosi cinguettii, fino alla polka veloce Luftig und duftig (Arioso e profumato) di Eduard, altro fratello di Johann jr. Alcuni pezzi, come la Polka dei demolitori o il valzer Accelerazioni, entrambi di Strauss figlio, raccontano gli anni attorno al 1860 in cui Vienna cambiò volto, vennero abbattute le mura e nacque il Ring.

Ma il concerto farà conoscere anche compositori meno frequentati come Constanze Geiger che scrisse il suo Ferdinandus Waltz nel 1848, quando aveva soltanto dodici anni: è la prima volta che il Capodanno dei Wiener propone un brano di una donna: “Ma non l’ho scelto per una questione politica o per compiacere questioni di genere – tiene a precisare Muti – Ho deciso di dirigerlo perché è proprio un bel pezzo. Oltretutto Constanze Geiger ebbe una luminosa carriera: compose anche un lied per il baritono Felice Varesi, il prediletto di Giuseppe Verdi”.

Può sembrare musica lieve, “ma in realtà è tecnicamente molto impegnativa – ricorda il Maestro – In questi brani si uniscono la gioia e la malinconia che sono l’essenza di Vienna: se esageri, un valzer rischia di diventare una caricatura”. E che sia un italiano ad assumersi la responsabilità di portarla al mondo, è ancor più significativo: “Del resto, non penso che solo gli italiani possano dirigere Verdi o solo i tedeschi possano dirigere Beethoven – aggiunge Riccardo Muti – Fra la mia Napoli e Vienna ci sono tanti legami. All’epoca Napoli era l’unica città in Italia vera capitale di un regno, e basti ricordare che Maria Carolina d’Asburgo Lorena era figlia di Maria Teresa di Borbone”.

Muti vive questo concerto con un’energia e una passione incredibili. All’anteprima di ieri mattina lo abbiamo visto danzare sul podio, mentre sembrava ‘dialogare’ con i musicisti: la sua intesa con la splendida orchestra è lampante. E per il classico bis finale, con la Marcia di Radetzky (senza rullo di tamburi), Muti si è seduto fra i Wiener, provando a tenere a bada il tradizionale e irrefrenabile battito di mani del pubblico.

I giardinieri dei parchi di Vienna lavoreranno tutta notte per incorniciare la musica in un tripudio di anthurium, garofani e amaryllis, quest’anno tutti sulle sfumature del rosa, e in tv vedremo anche i danzatori del Wiener Staatsballet nelle stanze del Südbahnhotel di Semmering, grandioso albergo ferroviario di fine ‘800. “E una volta di più, la musica ci dimostrerà che siamo all brothers, tutti fratelli, intorno al mondo – conclude il Maestro – Ne abbiamo tanto bisogno”.