Dice il saggio: "De gustibus non est disputandum". A molti fa ribrezzo anche solo l'idea di mangiare un uovo di anatra fermentato per cento giorni e trasformato in una gelatina nera (l'uovo centenario cinese), oppure un piatto a base di pene del toro, o ancora un pipistrello arrosto. Eppure in alcune parti mondo sono considerati prelibatezze da leccarsi i baffi. Questione di usanze, tradizioni, abitudini diverse.
Queste e decine di altri "orrori" culinari sono i protagonisti del Disgusting Food Museum, un'esposizione temporanea che è appena stata inaugurata a Malmo, in Svezia, e che sarà possibile visitare fino al 27 gennaio prossimo.
UN MENU DI SCHIFEZZE
Il museo del cibo disgustoso raccoglie ottanta fra i piatti più strani e probabilmente respingenti per gran parte dei visitatori, provenienti dai quattro angoli del pianeta e consumati abitualmente nei loro luoghi di origine. I gourmet più avventurosi potranno mettere alla prova i loro sensi e odorare, toccare e assaggiare alcune di queste delicatezze. Lo scopo del museo, tuttavia, non è solo quello di offrire un'esperienza singolare, ma di invitarci a sfidare i nostri preconcetti sui cibi e i sapori di altre culture.
LE PRELIBATEZZE DEL MUSEO
Per farvi venire l'acquolina in bocca, ecco alcune delle delizie che potrete ammirare e gustare al museo: il surstromming, l'aringa fermentata che amano in Svezia; il cuy, il porcellino d'India arrosto dal Perù; l' hakarl, la carne di squalo fermentata tipica dell'Islanda; il durian dalla Thailandia, un frutto dall'odore particolarmente intenso; il kopi luwak, il caffè fatto con chicchi defecati dallo zibetto.
C'è anche una leccornia nostrana, il casu frazigu o casu martzu, il famoso (o famigerato, dipende dal palato) formaggio sardo farcito di larve di mosca. Buon appetito.
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