Sabato 21 Dicembre 2024
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Bob Dylan, un inedito a sorpresa sull'omicidio di Kennedy

Dopo 8 anni di silenzio ha diffuso una nuova canzone, 'Murder Most Foul'. Record di durata: 17 minuti. Ecco il video

Firenze, 27 marzo 2020 - "Per anni, i fan di Bob Dylan hanno parlato con  una sorta di timore reverenziale della canzone più lunga che abbia mai pubblicato, “Highlands”, un brano del 1997 che durava 16 minuti e 31 secondi. Ora, 23 anni dopo, si è leggermente superato. Mentre l’orologio ha suonato a mezzanotte sulla costa orientale venerdì mattina, Dylan ha pubblicato una nuova canzone, 'Murder Most Foul', che dura 16 minuti e 57 secondi,  ed è un’epica libera associazione  sull’assassinio del presidente John F. Kennedy nel 1963".

Comincia così l’articolo che 'Variety' ha pubblicato online in queste ore, per quello che è uno dei veri eventi della primavera musicale 2020: il ritorno di Dylan con un brano inedito, il primo da 8 anni a questa parte, il primo dopo la vittoria, nel 2016, del Nobel per la Letteratura. Come sottolinea “Variety” la "monumentale" – lunghissima – canzone prende ispirazione dall’assinio di Jfk: il titolo in italiano potrebbe essere tradotto l’omicidio più disgustoso, più cattivo. Pubblicandola sui suoi profili social – ora disponibile su numerosi servizi di streaming, come Spotify, Apple Music e Soundcloud, oltre a YouTube –  Dylan l’ha corredata di un messaggio nel quale si intravede un  sottile riferimento alla crisi del Coronavirus: "Saluto i miei fan e follower con gratitudine per tutto il vostro supporto e la vostra lealtà nel corso degli anni. Questa è una canzone inedita che abbiamo registrato qualche tempo fa e che potreste trovare interessante. State al sicuro, state attenti e che Dio sia con voi".

La voce di Dylan, su un tappeto melanconico e romantico di piano e archi alla Leonard Cohen, scandisce parola per parola, pur arrochita in maniera chiara, assolutamente intellegibile, il gigantesco nuovo poema in musica: parte come fosse un racconto di cronaca: “Fu un giorno buio a Dallas, nel novembre ’63. Un giorno che vivrà nell’infamia. Il presidente Kennedy era molto in gamba. Una buona giornata per vivere e una buona giornata per morire. Portato al macello, come un agnello sacrificale...“.  

Partendo dalla cronaca, Dylan dapprima si sdoppia, e s’incarna nel Kennedy morente (“Mi chino a sinistra e ho la testa sul grembo di mia moglie“) così come nell’assassino, anzi gli assassini: “Abbiamo già qualcuno pronto a prendere il tuo posto“. Poi le liriche s’innalzano in volo, con Dylan che intesse  il flusso di coscienza attraverso mille riferimenti pop – l’America dell’illusione e del suo declino –  dal sogno dei Beatles e Woodstock agli Who e Stevie Nicks, da Monk a Charlie Parker, da Shakespeare a  Buster Keaton a Marilyn e a “Via col vento“ ("francamente, signorina Scarlett, me ne infischio"), diventando così da coscienza personale, coscienza collettiva. 

Secondo la canzone, l’uccisione di Jfk “proprio lì davanti agli occhi di tutti“  è “il più grande trucco magico“. Non solo: il brano recita ancora: “Il giorno in cui l’hanno ucciso qualcuno mi ha detto: Figlio l’età dell’Anticristo è appena iniziata“. Ed è questo quello che canta Dylan oggi, è l'Apocalisse - o la rivelazione - quel che Dylan oggi sente il bisogno di raccontare.