Venerdì 10 Gennaio 2025
REDAZIONE MAGAZINE

MUMMY, IL GF E LE PIRAMIDI

ARISTIDE MALNATI, ARCHEOLOGO E STUDIOSO DELL’ANTICO EGITTO, FINALISTA DEL GRANDE FRATELLO

Per i più è semplicemente Mummy, il soprannome che diversi anni fa gli ha affibbiato Alfonso Signorini, suo amico d’infanzia e compagno di liceo. Il che non ha mai impedito ad Aristide Malnati di mantenere l’aplomb dello studioso in qualsiasi contesto venisse catapultato, caratteristica che l’accompagna sin da quando era un ragazzino considerato un po’ secchione. Certo, non capita spesso che un adolescente s’incanti ad ascoltare gli insegnanti che parlano di civiltà antiche, a partire da quella che risale all’Egitto dei faraoni e, per l’appunto, delle mummie. Così era, così è. E nonostante le sue incursioni nei programmi televisivi siano frequenti, lui resta quello di sempre. Ama leggere, studiare, raccontare quello che l’appassiona e il contesto non importa. A dire il vero un po’ a sorpresa, ha accettato anche l’invito a partecipare a uno dei programmi più nazional popolari del piccolo schermo: il GF, ovvero il Grande Fratello. Chi s’aspettava crollasse è stato smentito ed è arrivato alla puntata finale facendo buon uso delle sue conoscenze e degli insegnamenti dei filosofi antichi, adattandosi all’ambiente, portando stile e cultura là dove non si erano mai viste.

Cosa ci fa un egittologo nella casa del Grande Fratello?

"Il Grande Fratello è paragonabile a uno scavo archeologico. È la scoperta di tante realtà nascoste, soprattutto di tante realtà interiori".

È valso anche per lei?

"Conosci te stesso, era una delle massime dell’Oracolo di Delfi, ripresa poi da Socrate. Ed è un po’ quello che mi è accaduto. La Casa è stato un luogo di introspezione, dove ho vissuto un’esperienza totalizzante, olistica. Sono riuscito a ridere, piangere, dire cose simpatiche ma anche serie".

A quali conclusioni è giunto?

"Ho avuto conferme. La mia adattabilità psicologica, messa già alla prova durante gli scavi archeologici. La mia ironia e autoironia mi hanno permesso di relativizzare certe situazioni. Mi ha aiutato anche la mia abilità nell’essere un divulgatore nazional popolare: parlo di certi argomenti in modo leggero ma senza mai banalizzarli".

Più confortevole l’interno di una piramide o la Casa del Grande Fratello?

"Per le comodità la Casa, per la compagnia la piramide".

Meglio le mummie e i geroglifici dei 29 coinquilini con i quali ha convissuto?

"No, non dico questo. Diciamo che quasi tutti gli altri concorrenti non li avevo mai incontrati prima. Mi sono sentito un po’ come un detective, andavo alla loro scoperta frequentandoli quotidianamente, anche nelle situazioni più banali".

Chi l’ha colpita di più?

"Antonella Elia e Antonio Zequila. Quando Antonella e io ci trovavamo nella sauna, lei si lasciava spesso andare a racconti intimi e nostalgici. Siamo entrambi viaggiatori di percorsi estremi e ci piacerebbe, un giorno, partire insieme. Magari per vedere i gorilla dell’Uganda. Antonio è un uomo buono e generoso, un grande signore. Un must il nostro saluto mattutino alle mamme".

La finale, un bel traguardo...

"All’inizio pensavo che dopo un paio di settimane sarei uscito, invece ne sono passate tredici. Quando sono stato nominato finalista non potevo crederci".

Cosa ha apprezzato di lei il pubblico?

"Credo il mio carattere mite, disponibile e ironico. Niente parolacce, niente discussioni, niente liti. Merito dei valori che mi ha trasmesso la mia famiglia".

Cosa le è più mancato?

"Mamma e gli amici, in particolare Giulia e Virginia. Ma anche i libri. Nessun problema stare senza cellulare e internet: la tecnologia la utilizzo con discrezione".

E le difficoltà maggiori?

"Soffrendo di claustrofobia, dormivo su un divano in corridoio con luci accese e gli altri ragazzi che andavano e venivano dal confessionale fino alle 3 di notte. Ma anche l’abbondanza di cibo: una tentazione continua. E adesso a casa di mamma non è finita...".

Quando si tornerà a viaggiare, quali mete consiglia in Italia?

"Paestum e Pompei, soprattutto dopo le recenti scoperte. Ma anche il Palazzo Ducale di Ferrara con la storia di Ugo e Parisina, o quella di Paolo e Francesca al Castello di Gradara. In Lombardia il castello di Trezzo sull’Adda e in Valtellina consiglio Campodolcino, paesino perfetto per combattere l’afa estiva".