"Un servizio di streaming? Un curatore? Un editore? Un distributore? Un cinefilo? Sì". È la frase con la quale Mubi si autodefinisce sul suo sito. Il servizio di streaming globale, casa di produzione e distribuzione di film, il cui obiettivo è quello di valorizzare il grande cinema, conta oggi 15 milioni di membri in tutto il mondo sparsi per 190 paesi.
Leggenda vuole che tutto sia iniziato nel 2007 dopo che il suo fondatore, il turco-statunitense Efe Çakarel, si è ritrovato a Tokyo con l’impellente desiderio di vedere In the Mood for Love di Wong Kar-wai sul proprio computer. Impossibilitato a farlo ha avuto un’illuminazione in un bar della città giapponese: creare un sito che rendesse disponibili film d’autore online.
È così che nasce The Auteurs, antesignano di Mubi. Un’alternativa ai titoli mainstream e da binge watching delle altre piattaforme, un avamposto cinefilo in cui scoprire autori di nicchia, titoli in esclusiva, rivedere classici intramontabili, dare spazio a nuovi autori delle cinematografie più disparate del mondo, creare retrospettive digitali dedicate a un tema o a un regista, rassegne (in corso c’è “Le prime volte“, dedicata ai migliori esordi italiani degli ultimi dieci anni) e mostrare le ultime novità indie.
"Passare meno tempo a cercare ottimi film e più tempo a guardarli" è uno dei motti di Mubi reso possibile da un catalogo ricco e in perenne aggiornamento messo in evidenza da un cartellone che consiglia ai suoi membri cosa vedere. Membri chiamati a interagire direttamente con la piattaforma e tra di loro.
Negli anni Mubi ha distribuito titoli come First Cow di Kelly Reichardt, Petite Maman di Céline Sciamma e Foglie al vento di Aki Kaurismäki, prodotto Bring Them Down con Christopher Abbott e Barry Keoghan e co-prodotto Memory di Michel Franco con Jessica Chastain. Ma sono le distribuzioni di due esordi, Aftersun di Charlotte Wells con Paul Mescal e How To Have Sex di Molly Manning Walker, ad aver definitivamente consacrato Mubi che quest’anno a Cannes 77 ha messo a segno il colpaccio.
Mubi ha infatti acquistato tre titoli nella competizione principale del festival francese: The Girl With the Needle di Magnus von Horn, Bird di Andrea Arnold e The Substance di Coralie Fargeat. Proprio quest’ultimo rappresenta un punto di svolta per la piattaforma avendo incassato più di un milione di dollari negli Usa (e oltre 70 nel resto del mondo). E ora il body horror con Demi Moore e Margaret Qualley potrebbe arrivare agli Oscar segnando uno spartiacque importante.
In un’intervista rilasciata nel 2022 a Variety, Efe Çakarel ha guardato al futuro di Mubi da lì a dieci anni. "Sarà uno studio con la sua produzione, distribuzione, redazione e molto altro: una moderna società di media". In quest’ottica si inserisce anche l’annuncio del 2021 della costruzione del primo cinema fisico della piattaforma a Città del Messico (come fatto già da Netflix e A24). Poco meno di vent’anni di attività e un’evoluzione che nell’era del digitale e delle connessioni virtuali decide di puntare (anche) sul reale e quel fattore umano rappresentato dall’incontro e lo scambio in presenza.
Ecco allora che il MUBI Fest 2024, che si sta tenendo a Milano, da ieri a domani, all’ADI Design Museum, simboleggia l’incastro di tutte le diverse anime di Mubi, con screening e incontri, installazioni interattive e talk, concerti e dj set. Tra le anteprime del festival Queer di Guadagnino, tra gli ospiti Alice Rohrwacher e Luca Marinelli.
Infine, ultima novità in casa Mubi è il lancio ad aprile 2025 di un nuovo ramo editoriale – dopo Notebook, pubblicazione online e cartacea che esplora le novità più interessanti della cultura cinematografica – intitolato MUBI Editions, con quattro serie: Projections, libri dedicati alla cultura cinematografica e alla storia del cinema, Auteurs, libri e oggetti d’arte realizzati in collaborazione con artisti e registi, Internegatives, ristampe di testi rari, fuori stampa o tradotti di recente e Lights!, testi rari, fuori catalogo o appena tradotti che esplorano e ampliano le produzioni e le uscite della piattaforma.
Il lancio previsto per la primavera del prossimo anno avverrà con un libro che racchiude tutte le ambizioni principali: Read Frame Type Film, realizzato in collaborazione con Le Centre Pompidou di Parigi, opera illustrata al confine tra cinema, storia visiva e design.