Mercoledì 1 Gennaio 2025
ANNA MANGIAROTTI
Magazine

Rovigo: una mostra ripercorre l’avventura di Cristina Roccati, prima ‘fuorisede’

A Rovigo una mostra sulla studentessa che frequentò l’Università di Bologna. Ebbe come docente anche Laura Bassi, che poteva tenere lezione solo a casa

Manoscritti di Cristina Roccati. Sotto, in una rielaborazione di Matteo Massagrande

Manoscritti di Cristina Roccati. Sotto, in una rielaborazione di Matteo Massagrande

Rovigo, 30 dicembre 2024 – Bologna, “un Paradiso per le donne”. Almeno nel Secolo dei Lumi. Opportunità unica, che una ragazza quindicenne coglie al volo. Lascia nel 1747 la sua periferica Rovigo (5.000 anime, economia poco fiorente). E va a studiare, prima ‘fuori sede’ della storia, partecipando pure alle osservazioni astronomiche nella Specola, e a laurearsi il 5 maggio 1571, diciannovenne, in quella che nel discorso finale, tenuto in pubblico all’Archiginnasio, saluta con riconoscenza: “Madre di tutte le Scienze e di tutte le Arti. Onorando me, oggi voi onorate tutte le donne amanti del sapere. Grazie, Università di Bologna”. Lo dice, in latino, Cristina Roccati. Oggi, si scrive Cristina Roccati nei database della missione PLATO dell’Agenzia Spaziale Europea. Il suo nome è su un telescopio: destinato a volare sul punto Langrangiana L2 del sistema Terra-Sole e ad orbitare attorno alla nostra stella per il tempo a venire. Deve, insieme a 25 identici compagni, lanciati tutti sul satellite PLATO a fine 2026, individuare pianeti extrasolari simili al nostro prezioso mondo.

Per rispondere a una vecchia questione: siamo soli nell’Universo? Ma chi era quella ragazza? “Cristina Roccati (1732-1797) – La donna che osò studiare fisica”, titola la mostra che Rovigo le dedica, a Palazzo Roncale (6 dicembre-21 aprile 2025). La curatrice Elena Canadelli ci elenca le meraviglie esposte: "Casa del fulmine, lanterna magica... La nuova scienza diventava popolare nel Settecento non solo nei salotti, anche grazie al diffondersi di apparati elettrici che ne esaltavano gli aspetti sociali e spettacolari. Vari apparecchi ci arrivano in prestito dal Museo Galilei di Firenze. Da Treviso, i prismi attribuiti a Newton, in realtà di Algarotti, autore del “Newtonianesimo per le dame”, 1737. E chiarisce l’eccezionalità della Roccati: "Si discute a Padova dove sistemare la statua di Elena Cornaro Piscopia, la prima laureata al mondo nel 1678. Che però studiò in casa, non al patavino Bò. Invece, Cristina si trasferisce dove può frequentare le lezioni: a Bologna, città che investe sulle donne, perché così papà si adopera, offrendole supporto morale e finanziario, affinché lei abbia, come un maschio, il diritto di accedere a un’aula". Paladino di questa moderna apertura dell’ateneo, nello sfogliare il catalogo della mostra (suggerita dall’estroso Sergio Campagnolo), ci piace scoprire l’avventuriero Casanova. In “Lana caprina. Epistola di un licantropo”, scritta in tre giorni a Bologna nel 1772, stampata a Venezia e subito andata a ruba, se la ride della teoria dell’utero “pensante” (o governante l’intelletto femminile): è semmai l’educazione riservata alle donne a segnare la loro esclusione dalla società.

Non ne soffre appunto la dottoressa sapiente Cristina. Subito a suo agio nel congeniale stimolante Paradiso felsineo, dove il Carnevale è famoso per le anatomie pubbliche di cadaveri femminili. Popolato di scienziate lo racconta Paula Findlen. E pregevoli miniature lo fotografano. Quasi una dea, la bolognese Laura Bassi: vedere il ritratto restaurato in occasione della mostra. A Bologna ha ottenuto nel 1732, prima donna al mondo, una cattedra universitaria: filosofia universa (fisica sperimentale) insegna, e pure la pagano, ma poiché neppure la rivoluzione scientifica butta subito tutto all’aria, non può ratione sexu tenere lezioni pubbliche, inaugurando così un corso domestico privato nel laboratorio allestito con il marito. Lo frequenta la Roccati. Che a malincuore se ne andrà a Padova a perfezionare gli studi. Per poi finire rapidamente dimenticata. Perché? Lo scandalo finanziario e la precoce morte del padre travolgono nel 1752 la poetessa fisica filosofessa. A Rovigo deve tornare, serbandosi virgo rodigina. Il matrimonio le interessa se a sposarsi sono gli altri, per cui compone apprezzati versi. Soprattutto, si mantiene insegnando fisica ai membri dell’Accademia dei Concordi, che nel 1754 la nominano loro “Principe”. Prima e unica donna in questo ruolo. Prima donna nello spiegare il Newtonianismo ai “dami” (pl. masch. di dama). Andare a conoscerla a Rovigo, rivelata nel vivace ritratto ricostruito da Matteo Massagrande, chissà che non faccia venir voglia di “un bacio elettrico”.