Giovedì 1 Agosto 2024

Addio a Shelley Duvall, da musa di Altman a moglie terrorizzata di Nicholson in ‘Shining’

L'attrice americana, diventata famosa soprattutto negli anni '80 come Wendy Torrance nell'adattamento cinematografico di Stephen King, è morta nel sonno all'età di 75 anni

Jack Nicholson e Shelley Duvall in 'Shining'

Jack Nicholson e Shelley Duvall in 'Shining'

Roma, 11 luglio 2024 - Il suo viso disperato mentre Jack Nicholson cercava di sfondare la porta del bagno in cui si era rinchiusa è uno dei momenti più carichi di thriller della storia del cinema. L'attrice americana Shelley Duvall, diventata famosa soprattutto negli anni '80 come Wendy Torrance nell'adattamento cinematografico di 'Shining' di Stephen King, è morta nel sonno all'età di 75 anni, nella sua casa di Blanco, in Texas. La Duvall è deceduta in seguito a complicazioni legate al diabete, rende noto 'The Hollywood Reporter', citando il suo compagno Dan Gilroy.

Nata il 7 luglio 1949 a Fort Worth, in Texas, la Duvall fu scoperta da Altman, regista anticonformista dall'acuta critica sociale e satira, che l'ha voluta nella commedia dark 'Anche gli uccelli uccidono' (Brewster McCloud) del 1970.

La Duvall ha quindi sfruttato la possibilità di mettersi in vista con alcuni brevi ma significativi ruoli in 'Nashville' (1975) e 'Io e Annie' (1977), e come co-protagonista nel discusso film 'Tre donne' di Robert Altman (che l'ha diretta in sette occasioni) per il quale ottenne il Prix d'Interprétation féminine al Festival di Cannes.

E lei adorava lavorare con Altman, perché, come lei stessa ammise al NYT nel '77, "mi offre ruoli dannatamente buoni. Nessuno di essi è stato uguale all'altro ha grande fiducia e rispetto per me e non mi mette nessuna restrizione o intimidazione e io lo amo".

Poi arrivò Stanley Kubrick che la mise a dura prova per interpretare la parte della moglie di uno scrittore che impazzisce e terrorizza lei e il figlio piccolo. Un successo, ma raggiunto con molto sacrificio, la Duvall nel 1981 raccontò a 'People' che 'Shining', durato 13 mesi, fu estenuante e che Kubrick la fece "piangere 12 ore al giorno per settimane intere". Aggiungendo: "Non darò mai più così tanto. Se volete soffrire e chiamarla arte, fate pure, ma non con me". La famosa scena in cui Nicholson tortura la Duvall con una mazza da baseball ha richiesto 127 riprese per soddisfare Kubrick.

Nel 1977 l'attrice ricoprì anche una piccola parte in 'Annie Hall' di Woody Allen, nel 1980 era al fianco di Robin Williams nella rivisitazione di 'Popeye', di Robert Altman, dove interpretava Olivia Oyl, la fidanzata di Popeye. Dal 1988 al 1993è stata produttrice di alcune serie televisive.

Poi nel 2002, dopo un piccolo ruolo nel film indipendente 'Manna from Heaven', la Duvall si prese una lunga pausa dalla recitazione e dalla vita pubblica. Nel 2016 annunciò di soffrire di problemi mentali, anche conseguenza dell'esperienza traumatica sul set di 'Shining'.

Nell'ottobre 2022, dopo 20 anni di assenza, la Duvall tornò a recitare in 'The Forest Hills', un film horror-thriller indipendente scritto e diretto da Scott Goldberg e interpretato da Edward Furlong, Chiko Mendez e Dee Wallace.