Lunedì 10 Febbraio 2025
BEATRICE BERTUCCIOLI
Magazine

Monica Bellucci: "Il coraggio di Maria Callas. Conoscevo la diva, ho scoperto la donna"

Alla Festa del cinema di Roma l’attrice presenta il film nato dallo spettacolo teatrale. "Abbiamo in comune l’anima mediterranea. Lei era straniera ovunque, come me"

Monica Bellucci, 59 anni, nel film Maria Callas: Lettere e Memorie

Roma, 20 ottobre 2023 – Monica racconta Maria. L’ha raccontata nello spettacolo che ha segnato il suo debutto a teatro e la racconta ora in Maria Callas: Lettere e Memorie , un film di Tom Volf e Yannis Dimalitsas che documenta la tournée teatrale internazionale durata dal novembre del 2019 al gennaio 2023 ma la arricchisce con materiali d’archivio sulla Callas, con dietro le quinte dello spettacolo, incontri e riflessioni. Monica Bellucci l’ha presentato ieri alla Festa del Cinema di Roma dove già il giorno prima aveva illuminato il tappeto rosso, sfilando mano nella mano con Tim Burton, il regista suo fidanzato che l’ha diretta nel film Beetlejuice 2, pronto per il 2024. E dice: "Del film non posso parlare. Quello che posso dire, è che sono felice di avere incontrato l’uomo, un uomo che ha un’anima meravigliosa. Poi ho incontrato anche il regista che stimo tantissimo".

Monica, com’è stato, nella sua prima volta a teatro, confrontarsi con un’artista mitica come Maria Callas?

"Conoscevo la Callas grande soprano, la diva, ma non conoscevo la donna. Ma quando ho letto le lettere, non ho potuto resistere perché ho sentito la vulnerabilità di questa donna e ho capito che sarei potuta entrare in contatto con la sua anima. A teatro abbiamo raccontato Maria, non la Callas. Una donna dal cuore semplice e sincero e per questo è morta di tristezza, è morta d’amore".

Cosa l’ha colpita in particolare di Maria Callas?

"Il suo coraggio. Dicono che ha avuto una vita tragica, io direi piuttosto che ha avuto una vita coraggiosa. Ha voluto divorziare quando in Italia il divorzio non c’era ancora, ha sacrificato tutta la sua infanzia e giovinezza per il lavoro. E nel momento in cui ha incontrato Onassis, ha rinunciato a tutto per amore. Continua a ispirare artiste di tutte le generazioni, da Fanny Ardant a Marina Abramovich e ora anche Angelina Jolie, perché la sua forza, passione e fragilità fanno di lei una donna moderna".

Che cosa vi accomuna?

"Forse un’anima mediterranea. Il fatto che lei era nata in America, poi è andata in Grecia e dopo è diventata una star in Italia, poi si è trasferita in Francia e quindi, in qualche modo, era una straniera ovunque. Si sentiva una straniera sempre e questo è uno stato d’animo che anche io molte volte provo".

Lavorare non solo in Italia ma molto anche all’estero, ha fatto di lei un’attrice, una diva internazionale.

"Sì, sono andata a Parigi, ho cercato di aprirmi delle porte, e delle porte si sono aperte e dopo se ne sono aperte delle altre, in altri paesi. E continuo a lavorare con grande passione e curiosità. Però, a un certo punto, dopo avere vissuto la vita di tanti personaggi, hai anche voglia di vivere un po’ la tua".

A Roma ha presentato anche Diabolik, chi sei? , dei fratelli Manetti, in cui è Antea.

"Ma non è così distante come si potrebbe pensare da Maria Callas. Le sorelle Giussani, creatrici di Diabolik, erano donne forti e hanno creato dei personaggi femminili, Antea e Eva Kant, che in fondo somigliavano a loro: donne che mostrano la loro femminilità e sensualità ma non hanno paura di tirare fuori anche la loro intelligenza. Donne fuori dagli stereotipi. E Maria Callas è quel tipo di donna lì".

Le fa piacere che sua figlia Deva Cassel, che si vedrà tra l’altro come Angelica nel Gattopardo che sta realizzando Netflix, faccia anche lei l’attrice?

"Quello che mi fa piacere, è vedere mia figlia felice. Questa per me è la cosa che conta di più. Che Deva sia entrata nel mondo della moda e del cinema e che sia felice di questo, perché no? è un mondo bellissimo. Cosa le consiglio? Di fare questo lavoro con passione e dedizione ma anche di divertirsi".

Farà ancora teatro?

"È stata un’esperienza molto bella e impegnativa: tre anni e mezzo in giro per il mondo, facendo lo spettacolo in tre lingue, sempre in teatri bellissimi ma mai fermandosi un po’, mai con il tempo di ambientarsi. Non so se farò ancora teatro. Forse sì, ma dopo questa tournée ho bisogno di una pausa".

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