Venerdì 20 Dicembre 2024
LEO TURRINI
Magazine

Mogol risponde alla vedova Battisti: “Mandai davvero quella lettera a Lucio, c’è un medico testimone”

Grazia Letizia Veronese ha accusato l’autore di essersi inventato “la commovente storia della lettera consegnata di nascosto” al marito quando era in fin di vita

Lucio Battisti e Mogol interruppero la collaborazione nel 1980 (Ansa)

Roma, 16 settembre 2023 – “Veramente io pensavo mi stesse cercando per un ricordo di Franco Migliacci, un collega che ho stimato tantissimo e che tanto ha dato alla canzone d’autore non solo italiana…”

E invece. Invece tocca chiamare Mogol, il poeta che con i suoi versi ha reso bellissima la nostra musica leggera, per un altro motivo.

Grazia Letizia Veronese, vedova di Lucio Battisti, ha reso pubblica una durissima lettera aperta allo storico partner artistico del marito. Una frase per tutte: ‘…non ti riesce di separare il suo nome dal tuo’. In mezzo, riferimenti a cause giudiziarie e non solo.

Mogol, ha letto?

“No e preferisco non farlo. Ma sul contenuto sono stato informato”.

Commenti?

“Zero polemiche. Sulle vertenze giudiziarie si sono espressi e si esprimeranno i magistrati. Ma non mi interessa replicare. Se non su un paio di particolari”.

Prego.

“Mi dispiace si possa anche soltanto immaginare che io mi sia inventato di aver fatto avere una lettera a Lucio nel periodo finale della sua malattia. Non so che motivo avrebbe potuto spingermi a raccontare una bugia. Tra l’altro, fu un medico a rendere testimonianza della cosa, parlandone con una giornalista”.

E poi?

“Poi apprendo che nella lettera mi si definisce paroliere…”

In effetti la missiva è indirizzata al ‘ragionier Giulio Rapetti, imprenditore, in arte Mogol, paroliere’.

“Ecco, io ho sempre considerato una forma di mancanza di rispetto l’uso del termine paroliere per chi scrive versi destinati alle canzoni. E Lucio la pensava come me. Non l’ho fatto solo per la mia persona, ma per chiunque faccia o abbia fatto questa cosa. Paroliere è chi realizza lo schema delle parole crociate, cinque orizzontale tre lettere, sei verticale otto lettere. È come quando ad un giornalista si da’ del giornalaio, è un modo spregiativo di valutare il lavoro di una persona. È una questione di principio”.

Senta Mogol, per la milionesima volta: ma perché con l’album ‘Una giornata uggiosa’ nel 1980 si esaurì il suo sodalizio con Battisti?

“Per la milionesima volta: non litigammo, non ci fu nulla di personale. Fu una questione economica. Io trovavo giusto che i diritti sulle canzoni fossero ripartiti paritariamente tra noi, nonostante la legge dicesse un’altra cosa. Lui inizialmente sembrava d’accordo, invece andò a casa e cambiò idea e ci separammo”.

Tutto qui?

“Tutti qui”.