La missione Apollo 11, che il 20 luglio 1969 portò il primo uomo sulla Luna, è stata una sfida gigantesca dal punto di vista scientifico e tecnologico: le incognite erano enormi e molte cose avrebbero potuto andare storte. Nel caso di un fallimento, con la conseguente morte degli astronauti Neil Armstrong, Buzz Aldrin e Michael Collins, era stato predisposto un discorso da rivolgere al mondo e che per molto tempo è rimasto segreto.
I pericoli della missione Apollo 11
Leggendolo oggi (è conservato presso il National Archive) si scopre che coloro che rischiarono maggiormente furono Armstrong e Aldrin: si temeva che l'allunaggio potesse andare male, danneggiando il modulo in modo irreversibile, oppure che fallisse il successivo aggancio con quello pilotato da Collins nell'orbita lunare. Nel primo caso gli astronauti sarebbero rimasti sulla Luna senza possibilità di rientro, nel secondo avrebbero vagato per lo spazio.
Il discorso Neil Armstrong e Buzz Aldrin morti
Nell'eventualità di un fallimento della missione, il protocollo prevedeva che per prima cosa il presidente degli Stati Uniti telefonasse alle future vedove. In un secondo momento avrebbe tenuto in diretta TV il discorso scritto da William Safire, terminato il quale un prete avrebbe dovuto mettere in scena una sorta di funerale simbolico, di quelli che si tengono in alto mare, con le bare affidate agli abissi. Ed ecco il discorso preparato da Safire: "Il destino ha voluto che gli uomini recatisi sulla Luna per esplorarla in pace debbano ora restarci e lì riposare in pace. Questi uomini coraggiosi, Neil Armstrong e Buzz Aldrin, sanno che non c'è speranza di salvezza, ma sanno anche che nel loro sacrificio c'è speranza per l'umanità intera. Questi due uomini stanno donando la loro vita al più nobile degli obiettivi umani: la ricerca della verità e della comprensione". "Saranno pianti dalle loro famiglie e dai loro amici; saranno pianti dalla loro nazione; saranno pianti dalle genti del mondo; saranno pianti dalla Madre Terra che osò mandare due dei suoi figli verso l'ignoto. Con la loro esplorazione hanno spinto le persone di tutto il mondo a sentirsi una cosa sola; con il loro sacrificio rendono ancora più stretta la fratellanza fra gli esseri umani". "Nei tempi antichi gli uomini guardavano alle stelle e, nelle costellazioni, vedevano i loro eroi. Nei tempi moderni facciamo la stessa cosa, con la differenza che i nostri eroi sono uomini epici fatti di carne e sangue. Altri li seguiranno e certamente troveranno il modo di tornare a casa: la volontà di ricerca degli uomini non è stata negata. Ma questi sono stati i primi e sempre li ricorderemo così nei nostri cuori. Perché ogni essere umano che di notte alzerà la testa per guardare la Luna, saprà che c'è un piccolo angolo di un altro mondo che è per sempre umanità". Leggi anche: - Sbarco sulla Luna, l'anniversario. La storia della missione Apollo 11 - Tutte le volte che l'uomo è stato sulla Luna