Oh Mimì. Ha vinto Mimì Caruso, 17 anni (squadra Agnelli) e con lei il futuro radioso di una voce vertiginosa e il nuovo Paese che incarna, lei originaria del Mali e italianissima, residente a Usmate Velate, Monza. Ha vinto perché il suo talento e la sua verità curiosa sono la prima magia di questo X Factor. Ma i finalisti erano stati così credibili e vicini, Les Votives (milanesi, arrivati secondi, squadra Lauro) con i Patagarri (terzi, anche loro milanesi, anche loro Lauro), e Lorenzo Salvetti, 17 anni da Verona (4°, pure lui Lauro) degni finalisti. E Robbie Williams ad aprire la serata, prima di un momento a tutte hit. Ma soprattutto Napoli si è divorata con entusiasmo il format come una pizza a portafoglio in piazza del Plebiscito, testimonial Gigi D’Alessio. Sky e Fremantle cercavano la connessione fisica di una metropoli plurale, dopo aver vinto la sfida sulla piattaforma, Tv8 e i social, e l’abbraccio è stato emozionante, intercettando il successo dei live con un’idea di talent che vuole coinvolgere il pubblico e la sua energia. C’è stato sul palco e dietro le quinte divertimento, leggerezza, una piccola magia, una competenza diversa, anche per Jake, Achille Lauro (tormentoni: “senato“, “baby!!!“) e Paola Iezzi, bassista oltre che cantante, quella che ha mostrato lo spettro di ascolto più ampio. Rivelazione fra i gudici. Manuel Agnelli è l’istituzione pensante e parlante. Bravissima Giorgia, autorevole e mamma, secchiona e informata, ha trovato la chiave giusta: se stessa.
Mi è piaciuto il linguaggio, dove le parole talento e bravura erano sempre contestualizzate, evitando l’abuso del superlativo assoluto. Si è parlato tanto di musica, le scelte hanno spaziato fra la memoria e il presente. Questo X Factor ha avuto il merito di far ascoltare la musica che gira nelle stanze della creatività giovanile, ribaltando la narrazione delle classifiche dominate da rap e trap. Invece i ragazzi cantano e suonano anche rock, elettronica, dance, soul, punk, jazz, canzone d’autore, con qualche barra dentro. Ci sono concorrenti funzionali al racconto del format, altri sono splendide promesse del nostro pop d’autore, come Mimì, voce pura. O la dimostrazione che generi di nicchia, come i Patagarri di strada, bravi musicisti e jazzisti. Bravi tutti.