
L’attrice denuncia come bullismo gli attacchi di social e tabloid al suo aspetto "Sono cresciuta di fronte al mondo, ma il mondo non è cresciuto con me".
"Questo non è giornalismo, è bullismo", così Millie Bobby Brown ha commentato i numerosi articoli usciti in occasione della promozione del suo ultimo film, The Electric State, su Netflix. L’attrice ventunenne – spesso criticata per il modo in cui, secondo alcuni, cerca di invecchiare la sua immagine, per apparire più adulta (e anche più sensuale) – si è affidata a un video su Instagram per dare voce alla frustrazione di fronte all’ennesimo attacco sul suo aspetto."Io sono cresciuta di fronte al mondo, ma per qualche ragione il mondo non è cresciuto con me" ha affermato. "Ci sono persone che si aspettano che io rimanga congelata nel tempo e, dato che non è possibile, fanno di me un bersaglio". Il riferimento è appunto alle testate e ai contenuti social che ormai da tempo prendono di mira le scelte di stile dell’attrice, soprattutto sui red carpet.
Dopo anni di silenzio, Brown sceglie di schierarsi pubblicamente per rivendicare una libertà di espressione che passa anche attraverso il corpo, soprattutto in un settore, come quello hollywoodiano, che da sempre mastica, divora e distrugge le star-bambine, da quando Judy Garland veniva ridotta alla fame e alla dipendenza da sostanze sul set del Mago di Oz. Con le sue parole, Millie Bobby Brown si ribella perciò anche a un sistema crudele e affatto comprensivo nei confronti del corpo delle donne, soggetto a continui cambiamenti nel corso della vita.
Nata nel 2004, Brown debutta come attrice a soli dieci anni e nel 2016 i fratelli Matt e Ross Duffer la scelgono come protagonista di Stranger Things nel ruolo di Undici, la bambina dai poteri psichici, diventata oggi un’icona della cultura pop. Fin dall’inizio la sua interpretazione è connotata da commenti sulla fisicità perché, per la serie, l’allora bambina decide di radersi davvero i capelli, come richiesto dal personaggio, acquisendo un aspetto quasi privo di genere. Forse anche per questo sui red carpet sceglie invece riappropriarsi della sua femminilità attraverso lo stile.
Poiché il progetto dei Duffer è ancora in corso dopo quasi dieci anni dall’inizio – la messa in onda su Netflix della quinta e ultima stagione è annunciata per l’anno in corso –, il pubblico ha visto quindi crescere davanti ai propri occhi tutti gli attori. Solo Millie Bobby Brown, tuttavia fuori dal set è stata fin da subito criticata, anche con toni eccessivi, perché "vestita in modo inappropriato per la sua età" o "impaziente di sembrare più grande".
Il primo grande picco di questa ondata di commenti sul suo corpo ha dei risvolti anche oscuri. Nel 2018, a quattordici anni, la sua amicizia con il rapper Drake, trentatreenne, suscita molta preoccupazione tra i fan e i sui social, dove si insinua che la ragazza abbia cambiato il modo di vestirsi e truccarsi anche a causa dell’influenza dell’artista su di lei. La vicenda non ha mai avuto risvolti legali, curiosamente però proprio nell’ultimo anno è tornata in superficie a causa del brano di grande successo, cinque volte vincitore dei Grammy, Not Like Us di Kendrick Lamar.
Da allora, comunque, a ogni evento pubblico Millie Bobby Brown è stata vittima di un controllo costante della sua immagine, che non ha escluso anche dure opinioni popolari sulla scelta di sposarsi molto giovane (con Jake Bongiovi, figlio di Jon Bon Jovi) o persino sul suo desiderio – e fino a oggi solo un’ipotesi – di interpretare, in un prossimo film, l’idolo adolescenziale per eccellenza negli Stati Uniti, Britney Spears.
Il commento definitivo alla vicenda lo fornisce però Millie Bobby Brown stessa che, facendo sue le parole delle più classiche lotte femministe, ribadisce che sul suo corpo non può decidere nessun altro: "È facile distruggere una giovane donna per qualche clic in più, ma io mi rifiuto di farmi piccola solo per entrare nelle aspettative di chi non sa accettare di vedere una donna crescere. Non solo per me, ma per ogni ragazza che oggi ha paura di essere fatta a pezzi per il semplice fatto di esistere".