di Andrea Spinelli
Il premio che non c’è(ra). Nessuno finora aveva pensato d’istituire un riconoscimento globale del musical. Neppure in America, dove la commedia musicale mette a bilancio 13 miliardi di dollari e 250 milioni di spettatori l’anno solo tra i velluti di Broadway. Ecco perché l’idea di istituire a Milano un Festival Internazionale che premiasse le eccellenze del palcoscenico, andando oltre i confini nazionali dei pur celebrati Oliver Awards o Tony Awards, ha fatto rumore, scatenando sul web la stessa Whoopi Goldberg, entrata di gran carriera nel “creative advisory board” della manifestazione assieme a Bernadette Peters, Patti LuPone, Ben Vereen, Lorella Cuccarini, Arianna Bergamaschi ed altri addetti ai lavori dei cinque continenti.
Perché Milano? "Perché l’idea l’abbiamo avuta noi" taglia corto il direttore artistico Diego Montrone, artefice dell’evento assieme a Fabrizio Carbon e alla produttrice newyorkese Simone Genatt. Secondo la Goldberg il Festival Internazionale del Musical è "una celebrazione molto speciale del teatro" per la capacità di offrire una vetrina alle nuove produzioni internazionali e onorare "gli artisti che creano questa forma d’arte unica".
Anche se la penuria di nuovi spettacoli causa pandemia darà vita il prossimo giugno a una prima edizione caratterizzata soprattutto da riconoscimenti alla carriera, facendo poi scattare il meccanismo delle nominations e dei premi (14 “Guglie d’oro” per altrettante categorie) a partire dal 2023. "Non c’è momento migliore di questo per ripartire, siamo come negli anni Venti del secolo scorso, possiamo unire le forze per celebrare l’Italia e la potenza artistica del musical" assicura la Genatt, fondatrice di Broadway International Group e Broadway Asia che distribuisce spettacoli in 50 paesi.
L’idea è quella di proporre ogni estate un paio di produzioni internazionali esportandole, dopo le rappresentazioni milanesi, nel resto della regione come auspicato dall’assessore alla cultura della Regione Stefano Bruno Galli. In trattativa pure uno speciale Rai con conduttore da ufficializzare a febbraio, quando l’impresa abbandonerà (si spera) la fase degli intenti per entrare in quella operativa.