Michela Murgia è morta a 51 anni per le conseguenze di un carcinoma renale. Una figura profondamente divisiva, forse uno dei personaggi del panorama culturale italiano che hanno maggiormente fatto discutere negli ultimi decenni. Una figura che, senza dubbio, non ha mai lasciato indifferenti.
E oggi che Michela Murgia non c'è più sono in molti a dedicarle tributi e saluti. Come il marito Lorenzo Terenzi. L'attore, regista, autore e musicista ha pubblicato sui social network una foto che ritrae Michela Murgia in un vaporoso abito rosso corallo, il turbante in tinta sulla testa e movenze quasi di danza. "Ma l'amor mio non muore" è invece il toccante messaggio dello scrittore Roberto Saviano.
Immagini, ma soprattutto parole. Le parole che erano sempre state vita per Michela Murgia. Commosso anche il ricordo della cantautrice Paola Turci: "Michela. Sei stata e resterai una luce accesa per le persone che come me hanno avuto bisogno della tua sensibilità e intelligenza, della comprensione dei rapporti e il valore dei diritti. Che privilegio averti conosciuta, abbracciata, sorriso. Fu Gino Strada a presentarci…ora vi immagino insieme. Riposa in pace, stella d’agosto".
Quello della scrittrice Chiara Valerio più che un ricordo è un vero viaggio: "Michela Murgia ha scritto romanzi, ha scritto saggi, ha scritto post, ha scattato foto, e ha scritto liste della spesa. Non scriveva diari, ma agende. Michela Murgia ha fatto video, ha fatto meme, ha inventato modi di dire. Ha amato ridere, e ha amato piangere. Ha amato cucinare e mangiare. Amava fare scherzi agli amici e soprattutto amava stare raccolta nelle sedie, nei divani, nei dondoli e sulle amache. Non è mai riuscita a far crescere una pianta, neanche grassa, e ciò nonostante non amava i fiori recisi. I carciofi sì. Michela Murgia cantava in elfico ed è stata una grande giocatrice di ruolo. Niente di umano le è stato alieno, e in questo non esserle alieno niente, in questo suo essere vicina a tutto ciò che amava, Michela ha ribadito, con ogni parola – frasi senza vezzeggiativi, senza troppi aggettivi – che la vita è in sé politica. Ha a che fare cioè con la relazione. Che significa poi che i legami tra le persone sono più persistenti delle persone stesse. Motivo per cui Michela Murgia è morta, ma i legami che ha stretto, intessuto, disegnato rimangono qui, annodati. Michela Murgia è stata una scrittrice sarda, ha studiato teologia e ha militato nell’Azione Cattolica. Ha fatto il portiere di notte, ha lavorato in un call center e ha fatto molti altri lavori che compaiono nel cursus honorum di una persona alla quale non è capitato di scrivere ma che ha scelto di farlo. Michela Murgia è stata una attivista femminista. Ha corso per diventare governatore della Sardegna e ha perso. Michela Murgia scriveva con qualsiasi cosa, parole, persone, pensieri, ingredienti delle ricette, opere, omissioni e numeri del lotto – non le piacevano i giochi di numeri, nemmeno il gioco dell’oca. Per Michela Murgia scrivere è stato insomma un modo di vivere, e di questa attitudine danno testimonianza, per tutti coloro che non l’hanno conosciuta, e ancora non la conoscono, i suoi libri e i suoi profili social. Come ha scritto Marina Cvetaeva, in questa stanza ci sarà sempre una sedia vuota di te".
Il cantautore Manuel Agnelli ha invece scelto di pubblicare la foto di un momento divertente insieme a Michela Murgia accompagnata da un semplice cuore.
Il cantautore Vinicio Capossela la ricorda così: "Nella notte delle stelle cadenti e dei desideri espressi in segreto, apprendere della morte di Michela Murgia che i desideri ha sempre avuto il coraggio di guardarli in faccia senza annacquarli con la paura. Il cuore ritorna al suo magnifico discorso sul sapere dare una fine alle cose pronunciato al banchetto funebre di Trenodia, in cui ci ricordò che solo chi non ha paura della fine riesce a vivere con pienezza la vita. E poi un’interminabile chiacchierata fino all’alba in un hotel di Cabras in cui lavorava come portiera di notte nel 2005. E tutte le lezioni di disciplina della libertà che ci ha impartito in questi anni con l’esempio, fino alla fine. Nonostante questa scia luminosa, il cielo è inevitabilmente più nero stanotte. Michela Murgia ci ricorderà quel che abbiamo mancato in viltà, ipocrisia e menzogna".
"Molto veloce, in un paese lentissimo. Ciao Michela" scrive su Twitter Nicola Lagioia, scrittore ed ex direttore del Salone del Libro di Torino. Sono addolorato per la prematura scomparsa della scrittrice Michela Murgia: ho seguito la sua battaglia contro il 'maledetto nemico', ho tifato per lei, come ho tifato negli scorsi mesi per Mihajlovic, per Vialli, per amici come Frattini o Maroni o per tanti altri che non sono noti all'opinione pubblica. Voglio ringraziare Michela Murgia per aver mandato fino all'ultimo un messaggio importante per tutti i malati, quello di continuare a vivere, a lavorare, anche a polemizzare nel suo caso, anche in uno stato sempre più avanzato della malattia. E come sempre in questi casi penso alla mia battaglia che combatto da oltre 11 anni contro il mio tumore, alle operazioni, alla sofferenza, a quello che ho passato io, alle paure che ho avuto anch'io" ha commentato il senatore Roberto Calderoli. "Ciao Michela. Ti ho voluto bene. Grazie di tutto. Che la terra ti sia lieve" scrive Nicola Fratoianni, segretario nazionale di Sinistra Italiana.