Anche coloro che non seguono il calcio sanno chi è Francesco Totti e questo già la dice lunga sulla statura dello sportivo: motivo in più per recarsi in sala cinematografica il 19-20-21 ottobre e guardare 'Mi chiamo Francesco Totti'. Si tratta di un film documentario che abbraccia la vita intera del proprio protagonista, soffermandosi sull'infanzia, i primi calci al pallone, poi l'esordio in serie A, gli infortuni, i gol, i momenti sportivi belli e quelli brutti, ma anche l'amore, la famiglia, diventare marito e padre e alla fine salutare un campo di gioco e una squadra che resteranno per sempre inscindibili dalla sua storia.
Mi chiamo Francesco Totti, il documentario
Il film prende le mosse dal libro 'Un capitano', scritto da Totti insieme a Paolo Condò e pubblicato a fine settembre 2018 per i tipi di Rizzoli. In quelle pagine emerge un ritratto sfaccettato, composto dall'infanzia in via Vetulonia, dalla timidezza e paura del buio, dalla Fiat 126 con la quale la mamma lo portava agli allenamenti, utilizzando i bocchettoni per asciugargli i capelli in inverno. E poi ecco la prima partita in serie A, giocata a soli sedici anni (era il 28 marzo del 1993, a Brescia), il primo gol e l'inizio di una carriera che lo vedrà vestire per venticinque anni la maglia giallorossa, ma anche conquistare il Mondiale 2006 indossando quella della nazionale italiana. Ci sarà pure spazio, e non potrebbe essere altrimenti, per il matrimonio con la showgirl Ilary Blasi, dalla quale sono successivamente nati Chanel, Cristian e Isabel. Regia e sceneggiatura di 'Mi chiamo Francesco Totti' sono firmate da Alex Infascelli, vincitore del David di Donatello come migliore regista esordiente grazie al film di finzione 'Almost Blue' (2000) e poi anche del David per il migliore documentario grazie a 'S Is for Stanley (2015, storia dell'autista personale di Stanley Kubrick).