Domenica 17 Novembre 2024

Menopausa, le donne che vivono in città inquinate sono più a rischio fratture

Una ricerca su larga scala ha messo in correlazione alti valori di ossidi di azoto nell'aria con una costante perdita di densità minerale ossea

Lo smog è nemico anche delle ossa

Lo smog è nemico anche delle ossa

Tra i negativi effetti dell’inquinamento sulla salute vanno registrati anche i danni a carico delle ossa delle donne in post-menopausa: così riporta uno studio su larga scala guidato da da scienziati della Columbia University Mailman School of Public Health (Usa).

Analizzati i dati di oltre 160mila donne in post-menopausa

Già in passato alcune ricerche su singoli inquinanti hanno evidenziato un’azione dannosa di questi sulla densità minerale ossea, con l’aumento del rischio di osteoporosi e di fratture nelle persone anziane. Questa ricerca, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista eClinicalMedicine, è però la prima a indagare la connessione tra l'inquinamento atmosferico e la densità minerale ossea specificamente nelle donne che hanno superato la menopausa.

Gli studiosi hanno preso in esame i dati sulla densità minerale ossea raccolti dallo studio americano Women's Health Initiative e riguardanti ben 161.808 donne di etnia diversa in post-menopausa, stimando quindi l'esposizione all'inquinamento atmosferico di ciascuna di loro in base alla residenza.

Ossa più fragili e a rischio fratture per l’inquinamento

Dall’analisi dell’enorme mole di informazioni è in particolare emerso che l'entità degli effetti degli ossidi di azoto sulla densità minerale ossea della colonna vertebrale lombare ammonterebbe all'1,22% di riduzione annuale, probabilmente a causa del danno ossidativo e di altri meccanismi innescati dalle sostanze inquinanti presenti nell’aria.

"I nostri risultati confermano che la scarsa qualità dell'aria può essere un fattore di rischio per la perdita di massa ossea, indipendentemente da fattori socioeconomici o demografici. Per la prima volta, abbiamo la prova che gli ossidi di azoto, in particolare, sono uno dei principali responsabili del danno osseo e che la colonna vertebrale lombare è uno dei siti più sensibili a questo danno", ha commentato Diddier Prada, primo autore dello studio e ricercatore associato presso il Dipartimento di Scienze della salute ambientale della Columbia Mailman School of Public Health.

Gli scarichi di auto e camion sono una delle principali fonti di ossidi di azoto, così come le emissioni delle centrali elettriche. Ridurre il traffico nelle aree più inquinate, oltre che necessario a prescindere per combattere il surriscaldamento terrestre, è quindi anche da considerare una mossa per tutelare la salute ossea della popolazione femminile e prevenire quelle fratture che ne possono minare la qualità di vita e che in generale incidono pesantemente sulla spesa sanitaria in ogni Paese occidentale.