Martedì 5 Novembre 2024

Il brand Meghan-Harry è un problema per la royal family

Le attività commerciali del principe Harry e di Meghan Markle rischiano di offuscare quelle istituzionali dei Windsor: c'è chi lancia l'allarme

Il principe Harry e Meghan Markle, duchi del Sussex

Il principe Harry e Meghan Markle, duchi del Sussex

Secondo quanto raccontato da Kate Middleton, i rapporti fra i principi William e Harry sono ancora freddi, ma almeno non più ostili e che "entrambi sanno che nella vita bisogna riuscire a voltare pagina". La riappacificazione reale, che punta ad avere entrambi i rampolli di casa Windsor alla cerimonia di svelamento della statua dedicata a Lady Diana, sta però avvenendo contemporaneamente all'aggravarsi di un problema di tipo istituzionale: alcuni osservatori ritengono che il brand formatosi attorno a Meghan Markle e al principe Harry possa essere dannoso per la royal family.

La più grande svendita reale nella storia della famiglia Windsor

La questione è tutt'altro che banale ed è stata sollevata dal biografo reale Duncan Larcombe nel corso della trasmissione televisiva 'The Royal Beat' (che va in onda sul canale on demand 'True Royalty'). Con le parole di Larcombe: "Un anno fa Harry e Meghan dicevano che volevano privacy e l'opportunità di crescere in pace il proprio figlio. Baggianate! Ora vediamo bene cosa stanno facendo, le prove sono lampanti: si tratta della più grande svendita reale nella storia della famiglia Windsor. Ciò che Harry e Meghan hanno fatto nel corso degli ultimi dodici mesi rappresenta il seme di un qualcosa che potrebbe essere catastrofico per la royal family, Se 50 milioni di persone guardano Harry che chiacchiera di uno yogurt organico, o di una qualunque cosa che voglia vendere, e cinquemila persone guardano suo fratello - il principe William, futuro re - impegnato nei suoi doveri reali, mentre inaugura un supermercato o una qualunque altra cosa, allora siamo di fronte a un problema".

Il problema istituzionale e il brand Harry-Meghan

Al di là del tono accalorato utilizzato da Duncan Larcombe, le sue parole pongono un problema complesso e difficile da risolvere. I membri della famiglia reale, come William e Kate, rappresentano un'istituzione. Nel bene o nel male, sono una colonna del funzionamento dello stato britannico: ciò che fanno e dicono ha un valore che va al di là delle loro persone. È un destino che tocca a chiunque occupi una carica pubblica, come ad esempio il Presidente della Repubblica qui in Italia. Per questo motivo i passi falsi di queste persone, intenzionali o meno che siano, hanno un impatto così grosso sulle nostre vite.

Dal canto loro, Harry e Meghan hanno abbandonato il loro status e i benefici economici che questo comporta, dunque hanno tutte le ragioni di procurarsi nuove entrate: cosa che hanno fatto negli ultimi dodici mesi, firmando contratti multi-milionari con Netflix e Spotify. Come molte altre star, stanno facendo di loro stessi un brand e agiscono di conseguenza all'interno di un mercato del tutto indipendente dal concetto di istituzione statale. Resta però il fatto che Harry è nipote della regina, è figlio del futuro re e la sua capacità di esistere come brand di successo, insieme alla moglie Meghan, dipende in maniera rilevante da questo fatto. Ecco perché Duncan Larcombe va su tutte le furie quando parla del nuovo podcast dei duchi del Sussex ("è un'operazione che ruota attorno ai guadagni, non a iniziative caritatevoli") e quando viene utilizzato il piccolo Archie, figlio della coppia, "come attira clic". Insomma, il rischio è che le iniziative istituzionali della royal family vengano oscurate dalle iniziative commerciali dell'ex rampollo della royal family, con un indebolimento del ruolo della Corona e quindi della monarchia parlamentale costitutiva del Regno Unito.

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