Sabato 19 Ottobre 2024
BARBARA BERTI
Magazine

Risate e nostalgia, l’Italia di Battista. "La nostra storia dal salotto di casa"

Da domani su Raidue “Poco di tanto“, tre monologhi formato famiglia

Maurizio Battista su Rai2 con 'Poco di tanto' (Ansa)

Maurizio Battista su Rai2 con 'Poco di tanto' (Ansa)

Roma, 13 maggio 2020 - "Apro le porte di casa per un viaggio nel tempo dove risate e nostalgia si mescolano. Forse sto invecchiando ma ricordare e rivivere il nostro passato può solo far bene al nostro futuro". Schietto, con la parlata romana e la battuta graffiante, a raccontarsi è Maurizio Battista, pronto a tornare mattatore in tv con Poco di tanto, nuovo format prodotto da Ballandi per Raidue, in onda da domani con tre prime serate. Lo show, dove si intersecano i monologhi di Battista con documenti d’epoca, trasporta i telespettatori in tre decenni della storia contemporanea italiana: gli anni ’60, i ’70 e gli ’80. 

Come si fa a far ridere ai tempi del Coronavirus?  "Non parlando di questo argomento, è un tema su cui non si può e deve scherzare. Oggi più di ieri c’è bisogno di strappare una risata ma lo si può fare in altri modi, magari lavorando sui ricordi". 

Ed è questo il fil rouge di “Poco di tanto”?  "Sì perché “disegno” la famiglia italiana, protagonista, vittima o semplice spettatrice, di rivoluzioni succedutesi con incredibile rapidità in quei trent’anni. Ed è uno spettacolo dove si ride per gradi: nella puntata degli anni Sessanta si “ridicchia” e ci si commuove tanto, negli anni Settanta si ride un po’ di più e negli Ottanta il clima è decisamente ilare". 

Come nasce “Poco di tanto”?

"L’idea iniziale era di realizzare qualcosa di diverso, raccontando con ironia i miei valori, quelli con cui sono cresciuto e che mi hanno accompagnato nel tempo. Per questo avevo pensato a uno spettacolo ambientato in un contesto familiare per far vedere come sono cambiati abitudini, vizi e virtù degli italiani. Ma poi la pandemia ha sconvolto tutto e sono rimasto solo all’interno di questa grande casa. Così, nel racconto mi aiutano dei filmati d’epoca". 

Da comico diventa storico? "No, assolutamente. Non sono Alberto Angela! Girando per le stanze, con una scenografia pazzesca, parlo dei primi televisori a cui bisognava sostituire le valvole, del cambio della lana ai materassi, storie di pancia che arrivano al cuore e strappano una risata". 

Ospiti? "Orietta Berti preparerà i tortelli al sugo in cucina, mentre con Don Backy prenderò un caffè in salotto. Poi verranno a trovarmi Riccardo Fogli e Sandro Giacobbe. Con Gazebo canteremo la mitica I like Chopin". 

Ha in mente di raccontare anche gli anni ’90 e i Duemila?  "L’idea c’è. Intanto andiamo in scena con queste tre puntate per un prodotto che era importante realizzare soprattutto per le persone che stanno dietro le quinte". 

Impegni futuri?  "Mi auguro di riprendere il prima possibile, emergenza sanitaria permettendo, il tour teatrale 30 anni e non li dimostro che il 24 e 25 settembre dovrebbe approdare a New York".