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Marzo: tradizioni, proverbi e detti
Marzo rappresenta il confine tra l’inverno e la promessa di una stagione più mite. Con la fine dei giorni più freddi, insieme al ritorno delle prime giornate di luce e tepore, si risvegliano i cinque sensi e ogni percezione sembra amplificarsi: gradualmente tornano a farsi sentire i cinguettii e i suoni della natura, mentre la terra fangosa si ricopre dei colori vividi delle prime fioriture.
Marzo rappresenta un periodo di transizione. Nei secoli ha ispirato detti che raccontano l'attesa del risveglio della natura e la speranza di nuovi inizi. Come testimoniano i proverbi del mese, il clima talvolta è ancora capriccioso: oscilla tra giornate tiepide e improvvisi ritorni del freddo. Tuttavia, eventi come l’equinozio di primavera diventano il simbolo della nuova stagione, a lungo attesa e finalmente in arrivo, annunciata dagli uccelli e dai germogli che sbocciano.
I riti di marzo nel folklore
Fra i nativi americani il passaggio dall’inverno all'arrivo della primavera veniva celebrato con rituali che desideravano evocare il rinnovo del patto con la vita e la riconnessione con la natura. In molte tribù, soprattutto nelle regioni sudoccidentali e nelle Grandi Pianure, il periodo primaverile, spesso corrispondente al mese di marzo, segnava l'inizio di cerimonie di purificazione. Le comunità praticavano rituali come lo "smudging", in cui venivano bruciate erbe considerate sacre, quali la salvia bianca e il cedro, per purificare corpo e spirito, fra canti e preghiere.
Una delle celebrazioni in preparazione al risveglio della terra era la Danza del Sole, durante la quale i partecipanti onoravano il ritorno della luce invocando la fertilità e la benedizione per i raccolti. Pur variando da tribù a tribù, i riti dei nativi americani riflettevano un legame profondo con i cicli naturali e il senso di intima gratitudine verso Madre Terra.
Nel mondo latino, il mese di marzo era chiamato Martius, perché dedicato a Marte, a cui era associata la guerra, ma anche il senso di rinnovamento e forza, auspicio fortunato per il primo raccolto dell’anno. Anticamente, infatti, nel Calendario Romuleo Martius costituiva il primo mese dell'anno. In onore di Marte i Romani celebravano diverse feste, in cui si solennizzava l'inizio delle campagne militari e dell'attività agricola.
Miti come quello di Demetra e Persefone, che narra il ciclo della vita, della morte e della rinascita, evidenziano come l'arrivo della primavera rappresenti un momento di trasformazione, in cui il buio dell'inverno cede il passo alla luce.
Il mito di Persefone
All’interno del mito di Persefone e Demetra prende forma il racconto delle stagioni dell’anno, insieme al passaggio dall’inverno a primavera e viceversa: un cambiamento che evoca le trasformazioni della terra, ma è espressione anche di una simbologia profondamente legata alla vita e alla morte. Il mito racconta la storia della giovane Persefone, rapita da Ade e portata nell'oltretomba. La madre Demetra, dea dell'agricoltura, distrutta dal dolore, per il dolore e la rabbia ritira la sua benevolenza: la crescita dei raccolti si arresta, la terra intera sembra morire insieme all’assenza dei suoi frutti.
L’antica storia si conclude con un compromesso: Persefone è libera di salire in superficie per un periodo, trascorrendo una parte dell’anno con la madre, per poi trascorrere altrettanti mesi con il marito, nel regno sotterraneo dell’Ade. Ogni anno, la primavera ricorda il tempo mitico in cui la giovane torna sulla terra ed è festa, quando gli alberi producono di nuovo frutti e i fiori rinascono. Il mito simboleggia il ciclo della vita, della morte e della rinascita, la fertilità, evocando anche il graduale inizio del periodo degli amori in natura.
Tradizioni e celebrazioni di marzo
Il mese di marzo segna la conclusione di feste invernali come il Carnevale e l'inizio di ricorrenze che celebrano il rinnovamento della terra. Un tempo, soprattutto nel mondo contadino, avevano luogo riti legati alla semina e al rinnovamento, così come le benedizioni dei semi, tradizioni che venivano tramandate e seguite generazione dopo generazione.
Il giorno 8 marzo si celebra la Festa Internazionale della Donna, mentre il 19 marzo, in occasione del giorno dedicato a San Giuseppe, è la Festa del Papà. Inoltre, il 17 marzo si festeggia San Patrizio, in Irlanda e non solo, con sfilate ed eventi che richiamano l'antica cultura irlandese, in cui il colore verde diventa emblema di fortuna e rinnovamento.
Altro evento fondamentale del mese di marzo è l’equinozio. L’equinozio di primavera nel 2025 si verificherà il 20 marzo alle 10.01 ora italiana. Proprio in coincidenza di questo momento astronomico, così fortemente simbolico, il 21 marzo si celebrano la Giornata Mondiale della Poesia e la Giornata Internazionale della Gentilezza, un invito alla praticare atti di gentilezza come azione di cambiamento per il mondo, alla portata di tutti.
Le feste di marzo nel Nord Europa
Ostara, celebrata nei giorni vicini all'equinozio di primavera, per un tempo immemorabile ha rappresentato un momento di festa e rinnovamento per i popoli germanici e del Nord Europa, lasciando simboli che ritornano ancora oggi. Durante questa festività si decoravano uova come simbolo di nuova vita e si benedicevano i semi per invocare la fertilità della terra: venivano accesi fuochi nella notte che simboleggiavano il ritorno della luce, mentre si ballava invocando il ritorno del sole e celebrando la trasformazione della terra.
Allo stesso modo, i Celti celebravano il risveglio della natura con canti e banchetti, in cui tutta la comunità unita onorava la terra, ancora una volta grata per la rinascita della vita. Oltre alla venerazione della dea Eostre, a cui sono legati simboli come l'uovo e il coniglio, i riti di purificazione e rigenerazione celebravano l'equilibrio tra luce e buio. Antichi santuari e allineamenti astronomici offrivano il contesto per cerimonie collettive, in cui il fuoco e l'acqua assumevano significati rituali fondamentali, contribuendo a scacciare le ombre invernali e a invocare la fertilità della terra.
Tra i monumenti del Nord Europa, uno dei riferimenti più affascinanti è Stonehenge, in Inghilterra, dove alcuni studi suggeriscono che durante gli equinozi di primavera la luce solare illumini in modo particolare alcune pietre, segnando simbolicamente il passaggio dal buio invernale alla rinascita. Un altro esempio significativo è rappresentato dai Callanish Stones, in Scozia, il cui disegno megalitico testimonia un'attenzione precisa agli eventi astronomici.
La luna di marzo
Dopo la Luna delle Neve di febbraio, la luna piena del mese di marzo è nota anche come Luna del Verme. Prende il suo nome dalla tradizione dei nativi americani, che associavano questo periodo al risveglio della terra e all'uscita dei vermi dal terreno, segno del ritorno della primavera.
Dal punto di vista astronomico, la luna piena di marzo è uno dei momenti chiave per osservare la sincronia tra il ciclo lunare e i ritmi stagionali. La luce crescente illumina paesaggi in trasformazione nel momento in cui avviene la rigenerazione del suolo, essenziale per l’arrivo di una stagione di crescita e abbondanza.
Detti e proverbi popolari
Un celebre detto recita "Marzo pazzerello, guarda il sole e prendi l'ombrello", espressione che invita a una certa cautela. L'apparizione dei primi boccioli e dei fiori sottolinea la forza rigeneratrice della natura propria di questo periodo, senza dimenticare l’attenzione verso il pericolo per le ultime gelate.
La tradizione orale, infatti, ha lasciato un patrimonio di detti in grado di evocare i mutamenti e il clima di incertezza del mese marzo. Espressioni come "Marzo, ventoso e chiuso, fa l'inverno diffuso" ricordano il comportamento capriccioso del periodo. Tuttavia, detti come l'adagio inglese "In like a lion, out like a lamb" (all'inizio furioso come un leone, alla fine dolce come un agnello) evidenziano, in un diverso territorio, il passaggio da condizioni climatiche estreme a una fase più serena. Nei detti popolari, quale "March winds and April showers bring forth May flowers" (i venti di marzo e le piogge di aprile portano fiori a maggio), rammentano che talvolta le difficoltà iniziali sono preludio di una nuova fortunata dolcezza.
Il messaggio del mese di marzo
Marzo si configura come un ponte tra l'inverno e la primavera, in cui il rigore del freddo lascia il posto alla promessa di una stagione più rigenerante. Le tradizioni, i proverbi e i detti che accompagnano questo mese rivelano il legame profondo tra l'uomo e la natura, una connessione che attraversa i secoli.
Mese di transizione, marzo appare il momento catartico in cui la natura si prepara a fiorire sotto l'influenza dell'arrivo della primavera, ma è anche sinonimo di una ritrovata forza per la comunità, che un tempo si ritrovava insieme per celebrare i riti connessi al risveglio della terra e alla fertilità.
Una curiosità legata a marzo riguarda l'antica tradizione di purificazione, idea che appare in diverse culture. Questo era il periodo in cui si beneficiava della "pulizia primaverile", un'idea che si riflette non solo nelle case, ma anche nel corpo e nello spirito, con una ritualità giocata sul senso di rinnovamento.
Le attività all'aria aperta, come la piantumazione dei primi semi, sono caratteristiche di questo mese, in agricoltura e nel simbolo di un nuovo inizio. Con l'aumento delle ore di luce e l'incremento delle temperature, marzo è il periodo ideale in cui tornare a fare passeggiate nella natura e osservare il cambiamento dei paesaggi, scoprendo i primi fiori e l'inizio della stagione della fioritura.
I riti delle società antiche, così vicine al mondo naturale, evidenziano il legame di profonda gratitudine rispetto ai cicli naturali e al concetto di rigenerazione, in grado di portare abbondanza e forza. La gratitudine può diventare il fattore di resilienza che ci ricordano anche ricorrenze come la Giornata della Gentilezza, celebrata proprio in occasione dell’equinozio di primavera. Il senso di rinnovamento, infatti, passa attraverso la capacità di gratitudine, ecco un messaggio profondo da coltivare durante il mese di marzo, su cui riflettere e meditare.