Sabato 23 Novembre 2024
MATTEO MASSI
Magazine

Morto Mark Lanegan, voce grunge degli Screeming Trees: aveva 57 anni

La stagione di Seattle, poi la carriera da solista: negli anni '90 la collaborazione con Manuel Agnelli

Mark Lanegan (Ansa)

Mark Lanegan (Ansa)

Dublino, 22 febbraio 2022 - C’è una vecchia canzone degli Offlaga Disco Pax, anno dei mondiali (quelli del 2006), dal titolo “Tono Metallico standard”. Che recitava più o meno così: "È Mark Lanegan, non credo che tu lo conosca, era il cantante degli Screaming Trees". Lanegan è morto oggi a 57 anni ed era molto altro, oltre che il cantante degli Screaming Trees. Gli Screaming Trees coincisero con la stagione del grunge, con Seattle capitale di un genere che aveva finito per rivoluzionare la storia della musica rock. Gli Screaming Trees, quanto meno come visibilità, erano un passetto indietro a Nirvana, Soundgarden, Alice in Chains. Ma erano nel cuore e nelle orecchie dei puristi di quel genere. Cobain rese giustizia e grazia alla voce e alle parole di Lanegan nel Mtv Unplugged del 1994. L’ultima canzone di quel straordinario live si chiude con "Where did you sleep last night?". Che è farina del sacco musicale di Lanegan e degli Screaming Trees. Una volta affrancatosi dalla scena di Seattle e dal suo gruppo, decise di cantare da solo. E mai scelta fu più azzeccata. Anche perché quella voce così profonda ti entrava direttamente nelle vene. Curioso e abile nel far partire collaborazioni, anche fuori dagli States, mise forma e sostanza anche nei dischi degli Queens of Stone Age. E creò un asse, in una fortunata stagione italiana, anche con Manuel Agnelli e Greg Dulli, in libera uscita da Afterhours e Afghan Whigs. Quando gli chiesero perché non avesse fatto un film sulla sua vita, lui rispose che uno spettatore medio non sarebbe riuscito a resistere davanti allo schermo per almeno 5 minuti e che sarebbe uscito, spaccando tutto. Nel frattempo proprio con Agnelli aveva dato vita (e voce) a una versione meravigliosa di "Pelle", farina del sacco di Manuel  e di una stagione (metà anni Novanta) altrettanto gloriosa della scena italiana. Aveva fatto i conti anche col Covid e non era uscito proprio benissimo, raccontando quell’esperienza in un libro. Ma non aveva smesso d’immaginare di poter cantare ancora le sue canzoni e quelle (magari), come aveva già fatto, di Nick Cave. La voce si è interrotta, per sempre, in una grigia mattina irlandese a Killarney, dove aveva scelto di vivere.