
Lima, 14 aprile 2025 – Addio a Mario Vargas Llosa. Lo scrittore peruviano, premio Nobel per la Letteratura nel 2010 è morto a Lima all’età di 89 anni. A darne notizia il figlio Álvaro sul suo account ufficiale di X: "Con profondo dolore, rendiamo pubblico che nostro padre, Mario Vargas Llosa, è morto oggi a Lima, circondato dalla sua famiglia e in pace".
Negli ultimi mesi si erano moltiplicate le voci sul deterioramento della salute del romanziere, che durante la pandemia da Covid era stato a lungo ricoverato in ospedale. Per volontà della famiglia i funerali saranno celebrati in forma privata e, rispettando le sue volontà, le sue spoglie saranno cremate.

Il premio Nobel per la letteratura
Nato ad Arequipa il 28 marzo del 1936, Llosa è stato insignito del Premio Nobel per la letteratura per aver raccontato "la cartografia delle strutture del potere" e per aver descritto "l'immagine della resistenza, della rivolta e della sconfitta dell'individuo". È stato il primo scrittore di origine peruviana al quale è stato assegnato il più ambito riconoscimento letterario mondiale, riconoscimento che ha suggellato una vita artistica, ma anche politica, ricca, articolata e varia. Innamorato del romanzo, da lui ritenuto l'unico genere letterario in grado di esprimere "in modo vasto, ambizioso e complesso" la totalità del mondo narrativo.
Il suo debutto è coinciso con il dissacrante 'La città e i cani' (1963): bruciato in piazza in Perù, il libro ha ottenuto larghi consensi in Europa. A questo seguirono 'La casa verde' (1966) e il romanzo politico 'Conversazione nella cattedrale' (1969). Con 'Pantaleón e le visitatrici' (1973) ha inaugurato un registro di sottile, a volte comico, ironico, cui appartiene anche 'La zia Julia e lo scribacchino' (1977). Ha poi sperimentato il genere giallo dal risvolto sociale ('Chi ha ucciso Palomino Molero?', 1986).
La sua produzione letteraria, che in Italia è pubblicata da Einaudi, si è arricchita di opere più recenti tra le quali si segnalano 'La festa del caprone' (2000), 'Il paradiso è altrove' (2003), 'Avventure della ragazza cattiva' (2006), struggente storia d'amore e di fuga, 'Il sogno del celta' (2011), la biografia romanzata di Roger Casement, 'La civiltà dello spettacolo' (2013), 'Crocevia' (2016), 'Il richiamo della tribù' (2019) e 'Tempi duri' (2020).
La sua copiosa produzione ha comunque spaziato attraverso vari generi, dal giornalismo alla saggistica, al teatro per il quale è stato drammaturgo e attore.
L’impegno politico e la candidatura a presidente
Ha affiancato l’attività di romanziere all'impegno nella vita sociale e politica. In una prima fase, vicino al comunismo e ammiratore di Fidel Castro, con il tempo si è collocato su posizioni neoliberiste in economia e in politica. Un cambio di rotta che lo ha condotto a essere nel 1990 il candidato presidente della coalizione di centro-destra alle elezioni generali in Perù. Una discesa in campo che non fu coronata dal successo perché Vergas Llosa fu battuto dal centrista-neoliberista indipendente Alberto Fujimori.
Gli altri riconoscimenti
Oltre al premio Nobel, Vergas Llosa ha ottenuto molti altri prestigiosi riconoscimenti tra i quali i premi Principe delle Asturiae, Cervantes, Grinzane-Cavour alla carriera e la presidenza del Pen Club International. Nel 1993 Vargas Llosa ha chiesto e ottenuto la cittadinanza spagnola che gli è stata concessa dal governo di Madrid allora socialista. Cittadinanza spagnola che ha potuto acquisire senza dover rinunciare a quella peruviana. Nel 1994 è stato nominato membro della Real Academia Española e nel 2021 dell'Académie française.