
Maria Grazia Cucinotta, 56 anni, di Messina, è sposata dal 1995 con il produttore cinematografico Giulio Violati: hanno una figlia
Milano, 10 marzo 2025 – Maria Grazia Cucinotta, è in uscita il film ‘Global Harmony’ di cui lei è una delle interpreti. La pellicola tratta il problema dello sfruttamento minorile, e in genere delle gravi condizioni dei bambini in molti Paesi. Un tema di stretta attualità...
“Nel mondo si spendono tre trilioni di dollari per produrre armi, ne basterebbe un decimo per dare pace e serenità a tutti i bambini. Il mio ruolo è quello della maestra della bambina che il protagonista, dopo un drammatico incidente stradale, decide di adottare”.
Il film è girato soprattutto a Lampedusa, in una Sicilia che è anche la sua patria...
“Lampedusa è l’isola dove arrivano queste persone inseguendo un sogno che si trasforma in incubo. Quando lo scoprono ormai è troppo tardi. Lampedusa è un’isola troppo piccola per affrontare un problema del genere. Non basta sfamare quelli che arrivano, se non provvedi anche a trovar loro un lavoro”.
A proposito di bambini, la sua Giulia ha in quache modo risentito di avere una mamma che fa un mestiere così inusuale?
“Quando fai l’attrice diventi una persona ingombrante. Gli altri sono ‘la moglie di’,’il fratello di’, per questo ho cercato di non influire troppo sulla sua vita. Quando giravo a Palermo lavoravamo di notte fino all’alba. Poi correvo all’aeroporto, prendevo il primo aereo per Roma alle 5.50, compravo i cornetti, la svegliavo, le preparavo la colazione, la accompagnavo a scuola. Poi riprendevo l’aereo e tornavo a Palermo. Almeno 2-3 volte alla settimana per un mese”.
Non dormiva mai...
“Dormivo sull’aereo, o dove capitava, anche dieci minuti. Ci saranno in giro foto orribili di me sul sedile dell’aereo con la bocca aperta, magari mentre mi esce un filo di bava... (ride)”.
E veniamo al ‘Postino di Neruda’, pietra miliare della sua carriera. Come fu il primo incontro con Massimo Troisi?
“I cinque provini li avevo fatti col regista, Michael Radford, e mi presentarono solo quando ero già stata scelta. Ero molto emozionata, ma lui mi mise subito a mio agio, mi fece capire che i miei difetti – timida, dislessica, imbranata – erano pregi che mi rendevano unica. La timidezza non passa mai, almeno oggi le orecchie non diventano più rosse”.
Ha detto che non seppe spiegarsi quel tic tic che sentiva in continuazione davanti a lui...
“Era la sua valvola del cuore, ma non lo sapevo. Mi guardavo in giro cercando l’origine del rumore, stavo per chiedere dove fosse l’orologio ma per fortuna rimasi zitta e non feci la gaffe”.
Per un caso del destino, la sua famiglia ha una lunga tradizione di postini...
“Mio padre era postino, mio fratello è postino, mia sorella è postina sposata a un postino... A 16 anni feci domanda ed entrai in graduatoria. Quando già mi trovavo a Milano mi arrivò la chiamata delle Poste che naturalmente rifiutai. Mio padre non la prese bene. Purtroppo lo spettacolo non viene considerato un vero lavoro. Però fu felice quando feci ‘Il postino’, in qualche modo ero rientrata nella famiglia”.
Torniamo indietro di qualche anno, a ‘Indietro tutta’ che fu il suo lancio...
“Arbore e gli altri mi chiesero cosa sapessi fare, e io risposi ‘Niente’. Scoppiarono a ridere. Però ero molto fotogenica – è sempre stata la mia fortuna – e venni ingaggiata. Ero l’odalisca. Mi strapagavano per assistere a uno spettacolo formidabile!”.
Lei rinunciò a un ruolo in ‘L’avvocato del diavolo’, un film con Al Pacino e Keanu Reeves per via delle scene di nudo...
“Non bisogna fare cose che ci mettono a disagio. Quando ho visto il film, sono stata contenta di aver rifiutato. Così prosperosa come sono non ero adatta. Una scollatura magari sì, ma il resto meglio tenerselo nascosto”.
È vero che Sophia Loren fece finta di non conoscerla?
“Mi avevano battezzata come ‘l’erede di Sophia Loren’ anche se a me non stava bene: lei è un simbolo in tutto il mondo, non puoi massacrarmi con questo peso. Lei rispose che non sapeva chi fossi. Ci rimasi male. Mi chiamò Gina Lollobrigida incoraggiandomi ad accettare, c’è sempre stata rivalità tra loro. Ma poi l’ho conosciuta e la adoro”.
Il suo matrimonio con Giulio Violati tra poco raggiunge il traguardo dei 30 anni. Per resistere così tanto insieme cosa è più necessario: l’affetto, la stima, il sesso?
“Tutto, a piccole dosi. Ci vuole un’alchimia. Ci siamo conosciuti a 23 anni, siamo cresciuti insieme. Ci sono anche momenti in cui non si coincide e allora è meglio staccarsi per capire i motivi per cui si sta insieme. L’altra persona è diversa da te, Gli ho detto: chiedimi tutto, ma non di assomigliarti. L’unica cosa che ci accomuna è la diversità”.
E voi vi ci siete mai mandati?
“Ehhh, tante volte!”.
Anche la passione, dopo 30 anni, rimane?
“La passione non finisce mai, anzi migliora perché ci si conosce meglio. La passione non va in menopausa”.
Ha detto che l’età non la spaventa...
“Non mi preoccupa, l’età è un grande successo. L’ho capito facendo volontariato, assistendo i malati oncologici che lottano per strappare un giorno in più. Allora capisci quanto sei fortunato a invecchiare. Chi lotta contro il tempo lotta contro la vita”.
La morte non le fa paura?
“Solo quella degli altri, la mia no. Anche perché non sarò lì a vederla. Siamo fatti di energia, il corpo si dissolve, ma l’energia rimane. Ne ho le prove. Il 3 gennaio era il compleanno di papà ed ero su una spiaggia. Camminando ho raccolto ben 50 sassolini tutti a forma di cuore. Ne vuole un’altra? In ospedale un bambino, che stava per andare, si è girato e ha detto ‘aspetta, aspetta’. Quando gli hanno chiesto a chi stesse parlando, ha risposto che una signora era venuta a prenderlo, ma lui le aveva detto di aspettare perché voleva salutare chi restava. Bisogna essere aperti di mente”.