Lunedì 12 Agosto 2024
GIOVANNI BOGANI
Magazine

Marco Tullio Giordana: "Conosco la vergogna: per questo la racconto"

Il regista, Pardo speciale d’onore alla carriera, presenta “La vita accanto“: "La dannazione di una figlia, allontanata dalla madre, per colpa di una macchia".

Marco Tullio Giordana, 73 anni, premiato a Locarno

Marco Tullio Giordana, 73 anni, premiato a Locarno

Roma, 13 agosto 2024 – Vicenza, 1980. In una ricca famiglia borghese, nasce una bambina. Ma la gioia si trasforma subito in sgomento: la bimba non è esattamente come tutte le altre. Ha sul viso una grande macchia rossa – una voglia, si diceva un tempo – che le si stende dalla guancia fino giù al collo. E per la madre – interpretata da Valentina Bellé – questa difformità diventa un problema, al limite dell’ossessione.

È l’inizio de La vita accanto, il film di Marco Tullio Giordana presentato in prima mondiale fuori concorso al festival di Locarno, dove Giordana – nato a Milano 73 anni fa – ha ricevuto un Pardo speciale d’onore alla carriera.

Una carriera iniziata proprio qui, con il Pardo d’oro vinto dal regista milanese nel 1980 per il suo film d’esordio, Maledetti vi amerò. Da allora, Giordana ha raccontato la mafia – I cento passi – il terrorismo – Romanzo di una strage – e la storia d’Italia, con La meglio gioventù. Stavolta racconta l’ossessione di una madre e la dannazione di una figlia, allontanata, segregata, tenuta lontana dalla vita per colpa di una macchia purpurea sul viso. "Io so che cosa vuol dire il silenzio, la deformità, la vergogna di essere tenuti a parte", ha detto il regista. "Ho avuto una sorella che è mancata quando era molto giovane, e che aveva dei problemi. Ho visto che cos’è lo sguardo degli altri, come faceva soffrire, oltre che lei, anche noi altri fratelli".

Ma se accadesse oggi, gli chiediamo, sarebbe diverso? "No, credo di no. Anche oggi, chi non aderisce al canone del momento è un fuorilegge. La spinta per assomigliare a un modello unico è sempre più forte. Ho visto in treno una ragazza bellissima, di vent’anni, che non soltanto si vestiva come i suoi modelli televisivi, ma aveva anche le labbra rifatte come quei modelli. Vedo adolescenti che si rifanno il naso e il seno senza averne bisogno. La spinta alla omologazione è terribile".

La vita accanto – che uscirà nelle sale italiane il 22 agosto – nasce da un romanzo di Maria Pia Veladiano, edito da Einaudi. Il film doveva dirigerlo Marco Bellocchio, che aveva scritto un adattamento con Gloria Malatesta. Poi Bellocchio ha passato la mano, affidando il progetto all’amico Marco Tullio Giordana, rimanendo tuttavia come produttore. "Non è un segreto che i miei due registi preferiti siano Bertolucci e Bellocchio", dice Marco Tullio Giordana. "Accettare questo progetto è stato per me un onore e una responsabilità. Che cosa ho cambiato? Marco sottolineava l’educazione cattolica della famiglia, restrittiva, punitiva. Per Marco l’opposizione alla religione è un tema centrale, da sempre. Io sono serenamente ateo da quando avevo 15 anni: non ho astio contro la religione cattolica. Mi sembra un’avventura intellettuale affascinante, niente di più. Nel nostro film emergono altre tematiche, come quella del rapporto fra i due fratelli". I fratelli sono interpretati da Paolo Pierobon e da Sonia Bergamasco. Su di loro il peso emotivo di qualcosa che innerva tutto il film: "La famiglia – dice Giordana – si regge su un tabù, quello dell’incesto. I legami familiari si reggono su una proibizione, l’amore più forte non si può esprimere".

Sonia Bergamasco e Beatrice Barison, al suo esordio nel cinema – è la figlia, ventenne – hanno un impegno supplementare, nel film: tutti i brani musicali sono realmente eseguiti da loro. Sonia Bergamasco è, oltre all’attrice che conosciamo, una valente musicista (come aveva già dimostrato, sempre con Giordana, ne La meglio gioventù). La giovane Beatrice Barison, al suo esordio nel cinema, ha una carriera da concertista, ed è stata scelta fra tutti i conservatori del Veneto. "Non mi piacciono le scene posticce dove vediamo il volto dell’attrice e le mani di un’altra", dice Giordana. "Ho avuto la fortuna di trovare Sonia e Beatrice che nel film suonano Rachmaninov, Béla Bartòk, Schoenberg, Scarlatti, Beethoven". E aggiunge: "Potrei fare a meno del cinema, ma non potrei fare a meno della musica. Se non ci fosse, per me non ci sarebbe ragione per vivere".