Roma, 11 aprile 2017 - RICOMINCIA dal web, Marco Baldini. «Ho incontrato qualcuno, un editore pieno di entusiasmo, ed è anche grazie all’ottimismo di questo toscanaccio innamorato di Firenze come me, che mi è tornata la voglia di stare davanti a un microfono», spiega il conduttore radio e tv, per anni compagno di strada di Fiorello. Magro, iperattivo e sorridente, l’ex voce storica di Radio Deejay ha deciso di buttarsi alle spalle una storia fatta di problemi, pentimenti, atti di dolore legati alla schiavitù dal gioco d’azzardo e di ripartire. «Anche se questa sarà la settima rinascita del Baldini - butta lì accendendo l’ennesima sigaretta - . Ma questa volta è diverso: ce la voglio fare». Una nuova ragazza conosciuta sui social, una rinnovata fiducia in se stesso e un alleato con il quale dà vita tutti i giorni (dal lunedì al venerdì dalle 18 alle 19,30 con replica a mezzanotte sulle frequenze digitali di TmwRadio) a un programma che porta il suo nome.
Di cosa si tratta, Marco?
«La trasmissione “Baldini a 90”, creatura che curo e conduco con l’imitatore Gianfranco Butinar: parliamo di calcio e molto altro. Il ruolo del pubblico è molto importante durante quell’ora e mezzo che vola fra momenti di divertimento, spazi di informazione e ospiti: il venerdì, ad esempio, c’è la partecipazione del giornalista sportivo Xavier Jacobelli».
Sempre all’insegna del divertimento.
«Quello è fuor di dubbio. L’ironia (come la fede nelle Fiorentina) è insita nel mio Dna. D’altronde, il calcio è un gioco, e noi giochiamo ogni giorno con il calcio: ecco spiegato il perché questo “Baldini a 90”, numero inteso come quello dei minuti di divertimento... senza supplementari».
Com’è lavorare in una web radio?
«Un’esperienza nuova, anche se apparentemente stare davanti al microfono e interagire con il pubblico è sempre stato il mio lavoro. L’ingrediente principale, è che ti devi divertire e poi devi essere curioso. Se ci riusciamo o meno? Questo me lo dice il mio gruppo d’ascolto, agli amici del bar, qui a Roma. Gli ascoltatori che ci lasciano i messaggi nella segreteria attiva 24 ore su 24. Chi manda sms o messaggini».
Già, lei è molto attivo sui social: qual è il fascino di Facebook, Instagram e Twitter?
«Siamo tutti un po’guardoni. Inoltre scrivere quello che mi passa per la mente è un modo per tenermi in contatto con gli altri, per vedere e per farmi vedere, raccontare quello che sono diventato nel corso di questi ultimi anni: ma non solo. Da un po’di tempo ho iniziato a scrivere versi, non so come definirli... li paragonerei a filastrocche in rima».
Che spesso toccano temi profondi e hanno anche una morale. Lo sa, vero?
«Direi di sì (ride, ndr.): affronto i tempi più disparati, come in questa preghiera atipica: “Caro Gesù , Budda o Maometto, qualsiasi sia la forma o il tuo nome; scusa se io stasera mi permetto... Ma questa è la preghiera, o mio Signore: aiuta questo mondo a migliorare io sono un maledetto peccatore, ma forse questa volta puoi ascoltare”. Che dire, mi sento in vena di pasquinate e i social sono diventati il mezzo di comunicazione alla portata di tutti».
Non è che sta preparando un nuovo libro?
«Diciamo che è un sogno nel cassetto; anche se scrivere filastrocche mi piace e non intendo smettere (con buona pace dei miei amici di Facebook), ci sono tante cose che mi piacerebbe mettere su carta».
Sul gioco d’azzardo?
«No, di quello parlo nelle scuole agli studenti: devo dire che trovo un pubblico molto attento. Proibire non basta, le nuove generazioni vanno educate, è indispensabile spiegare ai giovani quali sono i rischi e la verità sulle dipendenze. Gioco, scommesse sì, ma anche alcol e droghe. Vietare non serve, è con la cultura che si argina il gioco d’azzardo e si impedisce a tanti ragazzi di rovinarsi. E comunicando con loro, sempre».
In tema di comunicazione, come vede il futuro dell’intrattenimento?
«Miniprogrammi di dieci minuti sul web. La figura del presentatore che racchiude un po’ tutti i i ruoli, per me è Fabio Volo, padrone di tutti i mezzi: scrittura, web, piccolo e grande schermo, radio».