Con un comunicato stampa sul proprio sito web la The Linux Foundation - un'organizzazione no-profit che sostiene lo sviluppo del sistema opensource Linux – ha annunciato l’avvio di Overture Maps Foundation, per creare mappe di nuova generazione con dati aperti, affidabili, facili da usare e interoperabili. Al progetto parteciperanno i grandi big della tecnologia americana, insieme per sfidare il domino di Google con il suo Maps, assoluto leader dei sistemi di navigazione. I primi set di dati saranno disponibili nella prima metà del 2023 con una versione base che includerà edifici, strade e informazioni amministrative.
Il progetto è aperto anche ad altri partner
Non solo Amazon, Microsoft, Meta e TomTom: come si legge nel comunicato sull’avvio del progetto di Overture Maps Foundation, la piattaforma sarà aperta anche a nuove collaborazioni, con lo scopo di avere a disposizione dati cartografici sempre più completi, affidabili e sicuri. I quattro big del mondo tech a stelle e strisce collaboreranno insieme per sviluppare mappe opensource di “alta qualità che consentiranno innovazioni indicibili a beneficio di persone, aziende e comunità” si legge nel comunicato.
Gli obiettivi della nuova piattaforma
Sono quattro, secondo quanto dichiarato nel manifesto di fondazione, i principali obiettivi del progetto Overture Maps Foundation. Il primo è quello di costruire mappe collaborative, incorporando i dati da più fonti, tra cui i membri di Overture, organizzazioni civiche e altre sorgenti opensource. Il secondo è quello di diventare un sistema di riferimento delle organizzazioni globali, semplificando l'interoperabilità dei diversi sistemi. Il terzo obiettivo è quello di garantire la qualità dei dati, per ridurre al minimo gli errori di mappatura. Il quarto è quello di offrire uno schema di dati strutturati, con l'adozione di uno sistema di informazioni unico, strutturato e documentato per creare un ecosistema di dati cartografici sicuri e semplici da usare. È presto per dire se Maps di Google avrà un vero concorrente, ma la “discesa in campo” di quattro big come Amazon, Meta, Microsoft e TomTom è sicuramente un ottimo punto di partenza per iniziare almeno a impensierire il dominio di Mountain View nel settore delle mappe.