Giovedì 31 Ottobre 2024

L'uomo che rimpiazzò la mano amputata con un coltello

Servono conoscenze mediche e solidarietà: lo sostiene una ricerca effettuata su uno scheletro risalente al Medioevo, ai tempi dei Longobardi

Foto: Ileana Micarelli et al/Journal of Anthropological Sciences

Foto: Ileana Micarelli et al/Journal of Anthropological Sciences

Roma, 21 aprile 2018 - Sembra una storia degna di un fantasy, invece è realtà: un uomo vissuto nel Medioevo, ai tempi dei Longobardi, non solo è sopravvissuto all'amputazione della mano destra in un'epoca nella quale sterilizzazione e antibiotici erano sconosciuti, ma l'ha anche sostituita con un coltello fissato al moncherino. È quanto emerge leggendo un recente studio italiano pubblicato sulla rivista Journal of Anthropological Sciences. Che aggiunge un dettaglio ulteriore e sorprendente: per fissare la lama si aiutò con i denti, utilizzati per assemblare tessuto, fibbia e cinghie di cuoio. LA NECROPOLI LONGOBARDA L'indagine dei ricercatori è avvenuta su uno scheletro umano rivenuto presso la necropoli di Povegliano Veronese, in Veneto, dove sono state rinvenute oltre 160 tombe risalenti al periodo compreso tra il VI e l'VIII secolo d.C. Lo scheletro in questione era stato disseppellito nel 1996, ma inizialmente era sfuggito il particolare dell'amputazione. Una volta scoperto che la mano destra mancava perché assente sin dal momento della sepoltura, gli studiosi hanno alzato le antenne. UN COLTELLO AL POSTO DELLA MANO AMPUTATA Non era infrequente che battaglie ed eventi violenti si concludessero con la perdita di un arto, ma di solito non si sopravviveva a lungo, perché le infezioni portavano rapidamente alla morte. Il caso dello scheletro T US 380 (questo il nome) rappresentava dunque un'eccezione significativa. A maggior ragione quando si è capito che la lama presente nella tomba era originariamente attaccata al moncherino. LA SCIENZA MEDICA DEI LONGOBARDI Analisi approfondite hanno consentito di portare alla luce alcuni fatti sorprendenti. Per prima cosa, l'amputazione era guarita piuttosto bene, tanto da garantire la sopravvivenza di T US 380 per alcuni anni a venire. Questo implica sapere come fermare un'emorragia massiccia (la mano fu amputata di netto, sostengono i ricercatori) e come evitare un'infezione. IL CONTRIBUTO DELLA COMUNITÀ Le analisi hanno anche consentito di formulare un'ipotesi su come il coltello fosse stato fissato al moncherino, ma il fatto che T US 380 abbia utilizzato i propri denti non deve far pensare a un gesto solitario e alla Rambo. Secondo quanto si legge nel paper: “La sopravvivenza di questo maschio longobardo testimonia la solidarietà della comunità, la compassione famigliare e l'alto valore riconosciuto alla vita umana […]. La perdita dell'arto destro ha certamente avuto un impatto sulla comunità alla quale apparteneva, quanto meno per una riduzione della partecipazione alla vita comunitaria, che a sua volta ha reso necessario un qualche tipo di compenso da parte del resto del gruppo”. Leggi anche: - Ecco il tesoro di re Bluetooth, scoperto da un ragazzo di 13 anni - Animali in estinzione: quelli famosi rischiano di più - Camminare fa dimagrire ed è meglio della corsa