Il Virus respiratorio sinciziale (RSV) negli adulti rappresenta un rischio emergente spesso sottovalutato che richiede attenzione e prevenzione. L’RSV è associato ai neonati, ma continuano ad aumentare i numeri anche nella popolazione adulta, soprattutto tra gli anziani over 60 con patologie croniche.
I vaccini offrono soluzioni efficaci per proteggere le categorie più a rischio, diminuendo l’aggravarsi della malattia del 30-40%. Secondo i dati del documento redatto da SIMIT, in Italia nel 2019 si sono verificati circa 290 mila casi di infezioni respiratorie acute da RSV, 26mila ospedalizzazioni e 2mila decessi correlati in ambito ospedaliero. Inoltre, per ogni mille individui sopra i 65 anni, si registrano circa 2 ricoveri annui legati all’RSV.
A livello europeo sono tre milioni i casi di sindromi respiratorie acute e oltre 33mila i decessi. Si diffonde principalmente nei mesi invernali, causando bronchiti e polmoniti e, nei casi più gravi, insufficienze respiratorie. Spesso si manifesta con sintomi inizialmente lievi, come un raffreddore comune, con congestione nasale, febbre e dolori muscolari. "Un aspetto preoccupante è la sottovalutazione del problema, a livello di prevenzione", spiega Fabrizio Pregliasco, direttore scientifico dell’Osservatorio Virus Respiratori. "Gli adulti tendono a considerare l’RSV un problema pediatrico, ma i dati dimostrano – continua Pregliasco– che è una minaccia significativa anche per loro. Ecco perché è fondamentale informare e sensibilizzare la popolazione adulta.