Lunedì 10 Febbraio 2025
REDAZIONE MAGAZINE

MAI PIÙ PAURE GRAZIE FREUD

PAOLA PEREGO HA PROVATO L’EFFICACIA DELLA PSICANALISI E ORA CONSIGLIA CORSI OBBLIGATORI IN TUTTE LE SCUOLE

Paola Perego è uno dei volti più familiari del piccolo schermo. Bella, con carattere e occhi intensi. Inizia come indossatrice, per gioco e si ritrova a fare la televisione, prima Telemontecarlo, poi Mediaset. E’ lì, negli anni Ottanta, che conosce il calciatore Andrea Carnevale, sul set della trasmissione Mediaset “Grand Prix”. Avranno due figli. Oggi è sposata con il manager televisivo Lucio Presta. "Siamo diventati nonni", cinguetta lei, guardandolo innamorata, pochi minuti prima di essere intervistata al Grand Hotel di Rimini da Giovanni Terzi (in coppia con Simona Ventura).

Quella di Paola Perego è una storia felice e di successo, ma segnata dal dolore e dalla paura. Per anni la conduttrice ha sofferto di attacchi di panico, di cui ha parlato nel libro “Dietro le quinte delle mie paure” (Piemme), superati, ci racconta, grazie alla psicanalisi e all’amore del e per il marito. "La prima volta che ho superato una crisi senza medicinali è stato con Lucio – racconta –. Era il nostro primo fine settimana assieme. Lui nota tutto e io stavo male. Ha fermato la macchina e abbiamo fatto capannina. Ora lui non vuole che lo racconti. Ma è così".

Che cos’è la paura per lei?

"La associo agli attacchi di panico e questo è invalidante. Poi il resto è normale, come tutti ho paura per il futuro dei figli, per le cose della vita in genere. Però oggi molto meno".

Come ha vinto le paure?

"Con la psicanalisi. Solo lì ho capito che ero ciò che gli altri volevano che io fossi e sono cambiata. Conoscersi è fondamentale. Metterei dei corsi di psicanalisi obbligatori nelle scuole, per i ragazzi e le ragazze".

Ha avuto una carriera costellata di successi, con la conduzione di programmi famosi. Alcuni anche molto famosi, come “Forum”. Poi un giorno è stata accusata di sessismo per un servizio andato in onda sulle donne dell’Est e la sua trasmissione “Parliamone sabato” su Rai 1 è stata chiusa. A distanza di tre anni che cosa prova?

"Ho sofferto tanto. Mi sono sentita davvero ferita. Dopo mesi ho deciso di prendere questo lavoro con maggior leggerezza e ho subito reagito, intanto per salvare le persone che lavoravano per me e poi per ristabilire la verità. In tanti anni io ho sempre portato avanti battaglie per le donne. Sono stata il capro espiatorio per far chiudere quel programma. Lo stesso servizio sulle donne dell’Est era andato in onda qualche tempo prima a la ‘Vita in diretta’ e nessuno si era indignato".

Crede che il movimento #metoo abbia cambiato la sensibilità sui temi del femminile?

"Più si parla di questione femminile e di violenza e meglio è. Quindi assolutamente sì. Tornando al programma che hanno chiuso però, devo ancora capire perché hanno accusato me di sessismo e poi non mi hanno fatto andare in onda con alcune interviste".

A quali si riferisce?

"Dovevo intervistare Gessica Notaro per esempio".

Inoltre si era già occupata di violenza e di stalking con una precedente programma tv “A Casa di Paola”.

"Esatto. Me ne sono occupata tante volte. Con serietà. Quindi le accuse erano proprio infondate".

A lei è mai successo di subire attenzioni eccessive o molestie sul luogo di lavoro?

"No, per fortuna mai. Ho subito abusi di potere. Una volta mi hanno fatto saltare un programma. Avevo respinto quella che sembrava un’avance non richiesta né desiderata. Ma non bisogna farsi intimorire. Di occasioni la vita ne riserva tante. Lavorando e impegnandosi ognuno può ottenere ciò che desidera".

Un altro momento topico della sua conduzione televisiva è stata la sua intervista a Giulio Andreotti. Lui si addormentò in studio. Ha avuto paura?

"Pensavo fosse morto. Continuavo a chiamarlo. Aveva avuto una piccola ischemia transitoria, dopo poco non ricordava più niente e con gli autori abbiamo deciso di farlo rientrare in studio per rassicurare tutti. Solo che lui è andato a sedere sul mio sgabello – questo è un retroscena che non sa praticamente nessuno – e io sono molto più alta di lui. Quindi mentre lo salutavo lo tenevo con una mano sulla spalla, perché avevo realmente paura che cadesse".