Giovedì 26 Settembre 2024

Magica Sicilia. Penelope ritrova la sua tela

A San Marco D'Alunzio, Maria Cutrì ha salvato l'arte della tessitura a mano, fondando la Tela di Penelope nel 1999. Il laboratorio produce tessuti certificati di alta qualità e offre corsi di formazione. Il borgo, ricco di storia e cultura, accoglie i visitatori con le sue chiese e il castello normanno.

Magica Sicilia. Penelope ritrova  la sua tela

A San Marco D'Alunzio, Maria Cutrì ha salvato l'arte della tessitura a mano, fondando la Tela di Penelope nel 1999. Il laboratorio produce tessuti certificati di alta qualità e offre corsi di formazione. Il borgo, ricco di storia e cultura, accoglie i visitatori con le sue chiese e il castello normanno.

di Giuseppe Di Matteo

Era un’arte che rischiava di scomparire. Almeno a San Marco D’Alunzio, borgo del Messinese che si specchia nell’incantevole parco dei Nebrodi a 548 metri d’altezza e domina la costa tirrenica da Cefalù a Capo d’Orlando, fino a sfiorare col suo sguardo le isole Eolie. Ma per fortuna ci ha pensato lei, Maria Cutrì, professione insegnante, che ha trasformato un incontro in una minera d’oro. Le è infatti bastato osservare due vecchie tessitrici per capire che quel sapere fatto con le mani utilizzando telai rigorosamente di legno non doveva essere perduto. Ed ecco il colpo di fulmine: Maria ha mollato il suo lavoro per seguire quelle vecchine cariche d’amore e d’esperienza con dedizione. Poi ne ha raccolto l’eredità e l’ha fatta propria. Così nel 1999 è nata la Tela di Penelope, che negli anni è diventata uno straordinario laboratorio d’eccellenza. L’azienda vende tessuti di grande pregio realizzati totalmente a mano e certificati dall’ITPI (Istituto per la Tutela dei Produttori Italiani). Sei i telai disponibili, recuperati in alcune stalle e vecchie case prima che venissero gettati via.

E che oggi sono disposizione di chiunque voglia imparare: Maria, infatti, si dedica anche alla formazione. A questo è servita la scuola di tessitura L’Antico Telaio, da lei fondata, dove si apprendono i segreti di quest’arte nobile e antica, che acquista particolare fascino anche grazie a certe ricamatissime reminiscenze letterarie di matrice classica. "Aspettiamo anche noi il nostro Ulisse", spiega Maria, e le si illuminano gli occhi quando parla di Penelope e della sua tela. "Viaggiamo sul filo della memoria regalando emozioni", aggiunge. Che è, non a caso, lo slogan dell’azienda. A pochi passi dal negozio, San Marco D’Alunzio offre il suo abbraccio di pietra.

Ed è uno spettacolo: ventidue chiese, un museo archeologico e uno di arte sacra, rovine di un tempio ellenistico, ruderi normanni, affreschi bizantini. Il tutto da gustare assaporando una granita locale accompagnata da panna e brioche. La cittadina ha, come spesso accade, un passato che si perde nella notte dei tempi. Probabilmente fondata in epoca pregreca, San Marco - ribattezzata Alòntion dai Greci e Haluntium dai Romani, mentre i Bizantini la chiamarono Demenna e i Normanni San Marco (nel 1867 prese il nome di San Marco D’Alunzio) - fu testimone del consueto passaggio di popoli e culture tipico di quell’area e della penisola.

Ne sono tracce tangibili il Tempio di Ercole (IV secolo a.C.) e il castello normanno fatto edificare da Roberto il Guiscardo nell’XI secolo, di cui restano imponenti ruderi e oggi sede di manifestazioni culturali. Per non parlare degli innumerevoli edifici religiosi che fanno del borgo un incredibile museo a cielo aperto. Pregevole il monastero delle Benedettine (1545), che accoglie il Museo Bizantino-Normanno. Sentinella del paese è invece la chiesa della Madonna Annunziata, edificata forse sui resti di un tempio pagano, che custodisce una bellissima statua della Vergine in marmo bianco di Carrara del XV secolo.