Dove è nato il vino? In Armenia non hanno dubbi: qui, dove secondo la Bibbia approdò Noè con l’Arca sul Monte Ararat, e dopo il Diluvio Universale piantò la vite e ne ricavò il vino. E anche se oggi l’ Ararat appartiene alla Turchia per gli Armeni resta sacro, e fa da sfondo alla città di Yerevan, la capitale, dove vive la metà dei tre milioni di abitanti della nazione. A Yerevan è da vedere il Museo di Storia dell’Armenia, indispensabile per capire l’antichissima storia del Paese: tra tanti reperti preziosi ce n’è uno, all’apparenza umile, ma importantissimo: è una scarpa di 6.100 anni fa, la più antica del mondo, in pelle, rinvenuta in una grotta nella
provincia di Vayotz Dzor, dove è stata trovata anche una struttura per produrre il vino, della stessa epoca.
Nella caverna ’Areni 1’, a un paio d’ore di auto a sud-est di Yerevan, si può vedere una vasca poco profonda dove si pigiava l’uva, un tino per la conservazione e giare chiamate Kerasi, per la fermentazione, (che alcuni vinificatori hanno ripreso a utilizzare), il tutto risalente a oltre 6mila anni fa. Questo è anche oggi territorio vocato al vino, e nei pressi del vicino villaggio di Areni troviamo la cantina Momik Wine Cube ([email protected]) dove assaggiare vini e cucina locale, e conoscere la storia dei vitigni, il più famoso dei quali è l’Areni, uva autoctona con oltre 3 mila anni di storia e mai intaccata dalla filossera.
Vitigni a rischio di estinzione, quando la Russia durante la sua dominazione dell’Armenia (dal 1920 al 1991) sostituì la produzione di vino con quella del brandy, e rischiarono di sparire 350 vitigni autoctoni. Che dopo il ritiro della Russia vennero ripristinati, in testa il Sev Areni, prodotto soprattutto in questa zona, poi tra le principali varietà a bacca rossa ci sono Sireni e Haghtanak e tra quelle a bacca bianca Voskehat e Kangun. Dalle piccole aziende a una realtà che produce 10 milioni di bottiglie di vino nall’anno, e 5,5 milioni di bottiglie di brandy: è Armenia Wine Company, a 26,7 km da Yerevan.
Fondata nel 2008, ha grandi impianti moderni, produce vini spumanti e fermi, e distillati, ed è una delle più grandi aziende vinicole dell’ Armenia. Si può visitare la cantina, fare degustazioni, pranzare, e soprattutto visitare il Wine History Museum, un magico luogo sotterraneo con grandi sale dove il vino è protagonista. Tutto qui ha un fascino antico, e colpisce un fregio con grappoli d’uva, a riprova del valore sacro di questo frutto. Il fregio proviene dalle rovine della cattedrale di Zvarnots (patrimonio Unesco) del VII secolo, nel X secolo fu distrutta da un terremoto, riscoperta poi all’inizio del XX secolo, e oggi ne resta un solo piano.
È a 20 km da Yerevan e sorge in un luogo isolato e molto suggestivo, e facilmente raggiungibile in auto. Tornando a Yeravan, per restare in tema di uva si può visitare la fabbrica di brandy Ararat la cui storia risale al 1887 ed è anche oggi un vanto della nazione. E se in città viene appetito non c‘è che l’imbarazzo della scelta fra i bei ristoranti, dove si inizia con un’abbondanza di verdure, crude e cotte, davvero straordinaria, e poi arrosti, brasati,
pesce (soprattutto trote) e formaggi. Il tutto da accompagnare con rossi corposi e bianchi aromatici ’Made in Armenia’.