Roma, 6 gennaio 2025 – Mussolini si ferma, si volta, guarda in macchina e con voce stentorea dice: “Mi avete amato follemente per vent’anni, mi avete adorato come una divinità e poi mi avete follemente odiato, scempiato i miei resti”. In alcuni momenti il Duce si rivolge direttamente allo spettatore, per raccontare a suo modo i fatti, commentare, ammonire. È il Mussolini interpretato da Luca Marinelli nella magnifica serie Sky Original M – Il figlio del secolo, tratta dall’omonimo romanzo Premio Strega di Antonio Scurati.
Un racconto potente sull’ascesa al potere di Mussolini, diretta da Joe Wright, il regista inglese de L’ora più buia: otto episodi disponibili da venerdì su Sky e in streaming su NOW. “Abbattere la quarta parete – così il regista spiega la scelta di far guardare in camera il protagonista – mi è sembrato il modo più naturale per riproporre cinematograficamente la struttura del romanzo che, come un collage, comprende lettere, telegrammi, articoli di giornali, scene di finzione”.
Con Luca Marinelli straordinario in questa difficilissima prova, affiancato da Barbara Chicchiarelli nel ruolo di Margherita Sarfatti, Benedetta Cimatti in quello di Rachele Mussolini, Gaetano Bruno in quello di Giacomo Matteotti, Francesco Russo in quello di Cesare Rossi. Un racconto che si spinge fino al delitto Matteotti e al famoso discorso che tenne Mussolini alla Camera il 3 gennaio 1925, quando, dopo essersi assunto la responsabilità morale e politica di quanto accaduto, rivolgendosi ai presenti, disse: “Basta che uno solo di voi pronunci una parola contro di me e io sarò finito per sempre”. Ma nessuno intervenne.
“La sfida più grande è stata trovare il tono giusto. Un tono che nel corso degli episodi cambia, si fa sempre più serio e cupo”, precisa Wright. “Era molto importante non ritrarre Mussolini come un pagliaccio, prenderlo sul serio e fare in modo che la serie, senza insegnare, senza predicare, potesse comunque intrattenere il pubblico. Sedurlo, così come Mussolini era stato capace di sedurre non solo le folle ma anche vari capi di Stato tra cui Churchill, che negli anni Trenta gli scriveva messaggi di ammirazione. Sedurre il pubblico ma senza mai perdere di vista quello che è stato l’uomo e quello che ha commesso”.
Una grande prova d’attore quella di Marinelli, che confida: “Per me, da antifascista, dover sospendere il giudizio su Mussolini per tutto il tempo delle riprese, dieci ore al giorno, per sette mesi, dal punto di vista umano è stato devastante. Dal punto di vista artistico, invece, è stata una delle esperienze più belle”. E del suo approccio al personaggio dice: “Mi serviva, dal punto di vista fisico, sentirmi più pesante. Poi con Joe abbiamo cercato di cancellare tutte quelle definizioni come ‘cattivo’, ‘mostro’, ‘diavolo’, che ne fanno una sorta di figura di un altro pianeta. Invece era un essere umano che coscientemente ha scelto di fare quello che ha fatto, imboccando una via criminale che ha portato lui stesso e il paese alla distruzione. Per tutti noi che abbiamo lavorato a questa serie, ha significato calarci nella parte più oscura di noi stessi. C’è voluto del coraggio per farlo e Joe è stato il più coraggioso di tutti. Quel coraggio che prima di tutti ha avuto Antonio Scurati nello scrivere il suo romanzo”.
Lo scrittore dice di avere “fiancheggiato dall’esterno” il lavoro di scrittura curato da Stefano Bises e Davide Serino. “Ero preoccupato che Mussolini venisse presentato come un personaggio comico, da commedia, perché il fascismo – sottolinea Scurati – è stata una tragedia che continua a stendere la sua ombra su di noi. Avevo adottato una forma letteraria nuova proprio per evitare di generare empatia tra il lettore e Mussolini. Confesso che a un certo punto ho molto dubitato: ho temuto che si scivolasse troppo verso la commedia, che prendesse il sopravvento. E ho detto, su questa strada non vi seguo”.
Salvo, alla fine, ricredersi: “Devo riconoscere che era la strada giusta, e quando ho visto il risultato sullo schermo sono rimasto abbagliato e ammirato: un grande copione, una grande regia e una grande prova d’attore”.