Trento, 2 febbraio 2024 - L’uomo dei lupi si chiama Paolo Scarian, ha 65 anni, vive in Trentino, è un falegname ma prima di tutto un appassionato di animali. È stato lui, giorni fa, a pubblicare il video - documento davvero raro - dell’amico fotografo Pierluigi Orler, si vede una mamma con passeggino seguita da un lupo sulle piste da sci. Scarian è amministratore del gruppo Facebook ‘Fiemme e Fassa il ritorno del lupo’. Gli abbiamo chiesto cosa sta accadendo e soprattutto quali sono i comportamenti corretti da tenere per evitare rischi.
Signor Scarian, quando è nata la sua passione?
"Seguo i lupi da otto anni, da quando è arrivato il primo esemplare in Val di Fiemme. Ho impiegato un anno per incontrarlo anzi incontrarla, era una femmina. Poi ho seguito il branco per sei anni”.
E cosa ha capito?
“Intanto mi sono reso conto che le dinamiche di espansione sono molto veloci. E purtroppo continuano i comportamenti scorretti da parte dei cittadini”.
Cosa vuol dire?
“Ho fondato il gruppo ‘Fiemme Fassa il ritorno del lupo’ proprio per fare un’informazione corretta. Abbiamo visto che i comportamenti sbagliati delle persone andavano dal seguire il lupo con la motoslitta, all’’invitarlo’ a una grigliata, a offrirgli del cibo o addirittura farsi dei selfie con l’animale dietro la schiena. Da qui si arriva al lupo confidente che ha inseguito una mamma con la carrozzina”.
Il lupo immortalato dal fotografo Pierluigi Botter.
“Esatto. Si tratta di un lupo conosciuto, come gruppo lo avevamo segnalato più volte alla forestale con la preghiera di dissuaderlo. Si aggirava da Moena a Canazei, era stato visto più volte durante il giorno nei paesi, molto vicino alle persone”.
Cosa bisogna evitare?
“Anche azioni involontarie, come lasciare cibo facile, tipo i rifiuti dell’umido, fuori dalle case. Sappiamo che il lupo è un animale opportunista e approfitta di qualsiasi occasione favorevole per alimentarsi”.
Quindi gli animali selvatici non vanno avvicinati?
“No, proprio quello è l’errore. Lo abbiamo visto con il cervo di Cortina, lo vediamo con le volpi. E poi l’alimentazione artificiale può portare delle malattie”.
E sui grandi carnivori?
“Valgono ancora di più le stesse regole. Lasciare fonti di alimentazione come possono essere i bidoni dell’immondizia vuol dire attirare sia lupi che orsi. E questi, avvicinandosi ai paesi, possono creare davvero dei problemi”.
Questi animali si stanno avvicinando sempre di più alle persone?
“Sì ma c’è sempre un motivo, e il motivo è l’alimentazione. In altri casi usano i paesi per spostarsi in un altro territorio, i lupi lo fanno spesso. Il cambiamento delle abitudini? Dipende sempre dall’uomo. Se lo mandiamo via, il lupo non torna più. Ma se gli facciamo fare quello che vuole, se ne approfitta”.
In trentino è stato denunciato anche il caso di un orso confidente, identificato in M90, considerato problematico.
“Quell’orso è conosciuto. Sono cinque anni che si tratta questo problema solo quando si verificano eventi straordinari. Se ci sono orsi pericolosi, vanno eradicati o spostati. Io non sarei per l’abbattimento. Ma sappiamo benissimo che mettere un orso in cattività è come ucciderlo. Un animale in libertà compie migliaia di chilometri. Per questo gli etologi preferirebbero forse vederlo morto”.