Roma, 2 gennaio 2025 – Ma quali sono i numeri aggiornati dei lupi in Italia? E cosa sappiamo su quelli confidenti? Da oggi la Svezia – scrive il Guardian – ha aperto la caccia con l’obiettivo di dimezzarne sostanzialmente la popolazione, passando da 300 a 170 esemplari.
Abbiamo chiesto allo zoologo Filippo Zibordi qual è la situazione nel nostro Paese.

La storia per punti
Quanti lupi ci sono in Italia?
C’è stato un aggiornamento rispetto al monitoraggio Ispra del 2021, che rilevava la presenza di 3.300 esemplari in Italia? “No – chiarisce l’esperto -. I numeri conosciuti restano quelli. Quel lavoro all’epoca ha richiesto un grandissimo sforzo, non so dire quando potrebbe essere replicato. Resta il primo e unico monitoraggio a livello nazionale”.
Cosa ha deciso l’Europa?
E cosa dobbiamo aspettarci dall’Europa, dopo il primo passo verso una minore protezione della specie? Chiarisce Zibordi: “Diciamo così, sul lupo ci sono tre ‘ombrelli’: la Convenzione di Berna, del 1979, la direttiva Habitat Ue, le leggi italiane. L’ombrello di mezzo ha chiesto a chi sta sopra di ridurre lo stato di protezione del lupo, passando da “specie particolarmente protetta” a “specie protetta”. Il passaggio formale è atteso per marzo. Ma poi serve il voto all’unanimità di tutti i paesi Ue, perché diventi efficace. Se non c’è questo passaggio, resta tutto come prima”.
Quando si può cacciare il lupo?
"I prelievi – ricorda Zibordi – sono consentiti ma a certe condizioni, prima di tutto dev’essere garantito uno stato di conservazione favorevole. E poi l’abbattimento dev’essere l’extrema ratio, dopo che si è tentata la strada della prevenzione”.
Predazioni dei cani (anche in cortile), perché?
Negli ultimi anni in Italia è stato documentato il fenomeno delle predazioni dei cani, anche nei cortili delle case. Come si spiega? “Intanto con le caratteristiche del lupo, che è un animale territoriale – mette in evidenza l’esperto -. Quindi vede il cane come un possibile antagonista. Poi c’è naturalmente un problema numerico. I lupi sono sicuramente aumentati, questo è un dato d’esperienza. Una decina di anni fa sulle Alpi centrali dove vivo, in Trentino, i branchi erano a zero (il primo si è formato nel 2013), oggi sono 27. E sono cresciuti anche i lupi confidenti”. Ma perché in Svezia si considerano troppi 300 lupi e in Italia c’è chi considera che siano pochi 3.300? “La questione è puramente politica – riflette lo zoologo -. Di certo 300 esemplari, dal punto di vista scientifico, non possono essere considerati popolazione in stato di conservazione favorevole”.